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Economia
BankItalia, Casse previdenza al 4,93%. Intesa e UniCredit verso il 5%

Undici Casse nel capitale sociale di Banca d'Italia

L'Enpam, l'Ente previdenziale di medici e odontoiatri, annuncia di aver aumentato la propria partecipazione nella compagine azionaria di Banca d'Italia, passando dal precedente 3% all'attuale 4,93%. L'operazione è stata possibile in seguito all'approvazione di un emendamento dell'ultima Legge di Bilancio, che ha consentito l'innalzamento del tetto massimo di partecipazione nell'Istituto di Palazzo Koch fino al 5%. Un provvedimento che, tra l'altro, ha spinto altre Casse di previdenza private ad acquisire quote di Bankitalia. In mattinata era arrivato l'annuncio analogo della Cassa forense (avvocati).

"Come presidente dell'Adepp, l'Associazione che riunisce le Casse di previdenza private - ha dichiarato Alberto Oliveti, che guida anche l'Enpam -, sono contento innanzitutto che si sia aperto il ventaglio della partecipazione delle Casse che, dalle iniziali tre sono ora 11 nel capitale sociale di Banca d'Italia. Inoltre, alcune di esse hanno anche utilizzato la possibilità, offerta dagli ultimi provvedimenti di legge, di salire nella percentuale di partecipazione nell'Istituto di Via Nazionale. Si tratta di uno scenario che avevamo discusso già a suo tempo insieme al ministro dell'Economia Daniele Franco, quando era direttore generale a Palazzo Koch. Credo che la scelta convinta da parte delle Casse di previdenza private - ha aggiunto Oliveti -, sia un segnale al mercato economico e finanziario nazionale che va nel senso del sostegno al sistema bancario e del riconoscimento dell'autorità di vigilanza di Bankitalia". 

Le acquisizioni da parte delle quattro grandi casse previdenziali aderenti all'Adepp (Enpam, Inarcassa, Cassa Forense e Cassa commercialisti) del 7,72% del capitale della Banca d'Italia, con le loro richieste andate al riparto, e' la conferma che Intesa Sanpaolo e UniCredit sono riuscite a raggiungere l'obiettivo di ridurre la partecipazione nel capitale di via Nazionale entro il tetto del 5% previsto dalla nuova normativa (legge di bilancio 2022).

In poche settimane, quindi, sono riuscite a cedere le quote eccedentarie nel capitale della Banca centrale, impresa che non era stato possibile nei precedenti sette anni. Le due grandi banche dovevano piazzare sul mercato complessivamente il 10,6% del capitale di via Nazionale (8,76% Intesa e 1,87% UniCredit). C'e quindi qualche altro acquirente che deve ancora venire allo scoperto. Oltre alle Casse che non hanno ancora tutte formalizzato il nuovo investimento, si e' mosso certamente qualche partecipante di matrice bancaria, che potrebbe annunciare l'arrotondamento a breve. C'e' infine un altro 0,22% del capitale di via Nazionale in via di cessione: sono le quote in carico ai Commissari liquidatori di Veneto Banca e Popolare Vicenza, anche in questo caso e' questione di giorni per la formalizzazione.

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