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Economia
Bluwater non teme crisi. Pavanello ad Affari: "Ecco perché le banche ci finanziano"

Crescere in tempo di crisi è possibile. Lo dimostra il caso di Bluwater, gruppo italiano che raccoglie le strutture di Acquaworld e Monticello spa. Due progetti diversi (Acquaworld è il primo grande parco acquatico coperto d’Italia che spazia dal divertimento al benessere e dal 2011 ha registrato 600 mila clienti, Monticello spa è un'oasi di benessere di alta qualità alle porte di Milano), entrambi di successo, che hanno alla base una ricetta molto semplice. "Coraggio imprenditoriale, capacità di innovare, alta qualità, bravi manager e una squadra di giovani", spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it il direttore generale, Marco Pavanello. Che non ha dubbi: "Con un progetto valido non è difficile neppure trovare i finanziamenti".

L'INTERVISTA

In questo periodo in cui le imprese chiudono e la disoccupazione sale, Bluwater cresce. Qual è il vostro segreto?
"In primis il coraggio di imprenditori locali che hanno deciso di scommettere su un'attività innovativa e di investire nel loro territorio. Forti dell'esperienza positiva di Monticello spa, che a suo modo era già un'innovazione, perché nel 2006 quando fu lanciata non esistevano strutture di quel titpo indipendenti da hotel e città termali, questi imprenditori hanno deciso di sperimentare ancora nel progetto Acquaworld, unico parco acquatico coperto d'Italia. Insomma, tutto parte dal coraggio".

Il coraggio come premessa. Ma come si fa a resistere? Come si fa, solo per citare Acquaworld, a registrate 4mila visite ogni weekend e 250mila presenze all’anno?
"Con un'offerta distintiva rispetto alla concorrenza e, soprattutto, con la qualità. L'investimento iniziale di oltre 40 milioni di euro, che ha consentito ad Acquaworld di nascere, poggia sul alcuni elementi chiave che sono alla base del successo di ogni attività imprenditoriale di successo: l'aver individuato un'opportunità sul mercato non coperta da altri, l'aver fatto un progetto di elevata qualità e il possedere competenze e know how per poterla gestire".

E qui entrano in scena i manager.
"Esatto. Si parla molto della necessità di managerializzare le imprese che spesso da noi tendono ad avere una logica familiare o hanno alla guida persone senza le competenze adeguate. Nel caso di Bluwater, gli imprenditori hanno deciso di fare un investimento diverso dal loro core business e di affidarne la gestione a manager adatti, basandosi solo su criteri meritocratici. Un caso raro nel patrimonio italiano".

Altro caso raro è l'età media dei dipendenti di Bluwater.
"Le nostre strutture sono in mano a persone molto giovani. Sia ad Acquaworld che a Monticello spa abbiamo oltre 100 persone che lavorano e il 90% di loro ha tra i 20 e i 30 anni. E sto vedendo, con grande soddisfazione, che sia nella parte operativa sia in quella manageriale i giovani stanno dando grandissimi risultati. C'è nei giovani un potenziale di competenze, di capacità di innovazione e di voglia di fare che spesso non trova spazio solo perché non gli viene dato".

Tornando a Monticello spa e Acquaworld, come spiega il fatto che gli italiani in crisi tagliano tutto ma benessere e divertimento continuano a tirare?
"Abbiamo due strutture molto diverse per offerta e per tipo di clientela. La spa di Monticello è legata al benessere e alla cura di sé. Si tratta di un settore che continua a tenere perché gli italiani preferiscono rinunciare ad altre spese non necessarie ma cercano di destinare qualcosa alla cura di se stessi, cercano comunque di potersi coccolare. E' un trend abbastanza generalizzato che riguarda non solo i centri benessere ma tutto il mondo del wellness. Acquaworld è invece entertainment, è divertimento, è uno spazio per famiglie e giovani, per il loro tempo libero. E intercetta l'esigenza di tanti che magari tagliano sul weekend al mare e vengono a passare una giornata divertente vicino casa".

Lei ha una ricca storia lavorativa alle spalle, dall'Atm alle auto all'abbigliamento, ora si occupa di un business nuovo per la sua esperienza. Che consiglio darebbe a un giovane manager e a un giovane imprenditore?
"Sono abituato a cambiare settori merceologici di attività. E' proprio la caratteristica del mio percorso professionale. Mi piace accettare sfide difficili e nuove dal punto di vista manageriale e intellettuale. Quello che però non cambia è l'approccio e la cultura manageriale: cercare sempre il punto d'incontro tra l'esigenza dei clienti e la capacità dell'azienda di fornire un servizio all'altezza. Per questo il mio consiglio, visto anche che l'ambiente è molto più complicato rispetto a qualche anno fa, è di tenere sempre la mente aperta per cogliere le opportunità che nascono nei momenti e nei luoghi più diversi. Insomma, abbiate sempre occhi e orecchie aperte".

E' cogliendo le opportunità che si fa impresa di successo?
"Lo dimostra Acquaworld. Anche il mondo della banche, che oggi è particolarmente restio a finanziare le imprese, di fronte a un'idea valida, ben presentata, con alle spalle persone competenti, è disposto a fornire il carburante".

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