Cedacri, continua il risiko bancario: da Pignataro il progetto del terzo polo
Occhi puntati su Andrea Pignataro, l'imprenditore italiano basato a Londra: secondo rumors il piano è stato messo a punto prima dell'acquisizione da 1,5 mld
E' tutta questione di tattica: dopo Intesa e Unicredit, chi prenderà le redini per costruire il terzo polo bancario italiano, ritenuti da molti "necessario per difendere livelli minimi di concorrenza sul mercato domestico del credito"? BancoBpm, Bper o i gruppi a trazione francese? In un momento di risiko continuo, qualcosa però inizia a prendere forma. Si tratta del progetto di Andrea Pignataro, piattaforma di outsourcing informatico che l'imprenditore italiano basato a Londra ha acquistato insieme a Fsi.
Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, l'obiettivo è creare una realtà capace di portare la rete di banche clienti a competere con le big del settore: una rete che conta 2.400 filiali o negozi, la terza per dimensione dopo quelle di Intesa e del gruppo Iccrea e davanti a UniCredit. Secondo le indiscrezioni raccolte dal quotidiano, il progetto è stato messo a punto prima dell'acquisizione da 1,5 miliardi ed è stato condiviso con la Vigilanza e discusso con le 40-50 banche tuttora clienti di Cedacri e in parte ex azioniste.
Il piano targato Ion, affidato al cda rinnovato a inizio giugno, prevederebbe l'integrale trasferimento in cloud dei sistemi informativi Cedacri. L'idea sarebbe che Cedacri dovrebbe trasformarsi da puro outsourcer a una società di prodotti e servizi innovativi offerti a ogni singola banca, a cui resterebbe il presidio del territorio. Un'idea di piano che spiegherebbe anche l'interesse da parte di Andrea Pignataro per altri e diversi asset italiani: tramite Ion ha già acquisito una quota di minoranza del 10% di Illimity, mentre su Cerved è in corso un'Opa.
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