di Sergio Luciano
Legge Ciampi, Legge Mammì: il nostro è un Paese dove l'illegalità è una dimensione permanente e condivisa, e genera mostri. Lo scandalo del Montepaschi nasce dal fatto che la Fondazione di Siena ha sistematicamente violato, dal '98 in qua, la legge di riforma bancaria Amato Ciampi che prescriveva a tutte le fondazioni bancarie- quale essa è - di cedere sia pur gradatamente le loro quote di controllo nelle banche; tutte l'hanno fatto, lentamente e parzialmente, ma l'hanno fatto. Siena no. Impunita nel suo porsi fuori dalla legge.
Ancora: se la democrazia italiana è bloccata da diciott'anni – sia detto senza assumere per questo alcuna posizione ideologica – dalla contrapposizione Berlusconi-sinistra lo si deve al fatto che la legge Mammì sull'emittenza televisiva e le successive leggi anti-trust prevedevano che chiunque fosse concessionario di licenze televisive pubbliche non potesse candidarsi alle elezioni, per prevenire la situazione di abuso della concorrenza in cui si trovi appunto il concessionario televisivo che, da candidato, possa usare gratuitamente a proprio vantaggio le sue tv. Violata, senza sanzioni.
E' su tutt'altra scala ma è lo stesso, il male oscuro dell'illegalità quotidiana consentita per cui in mezza Italia si gira senza casco in moto e non si rispetta il rosso e nell'altra metà si continua a far lavorare in nero extracomunitari e giovani.
Lo stesso male oscuro di un Paese che tollera come indifferenti le illegalità incruente, non rendendosi conto che è da esse che possono nascere quelle cruente e non temendo, per la conclamata inefficienza che dimostrano, alcuna iniziativa repressiva e punitiva da parte dell'apparato giudiziario. Un Paese che si è già posto fuori, così, dalla competizione internazionale.
Se la Fondazione del Monte dei Paschi di Siena avesse ridotto la propria partecipazione nella banca come la legge le prescriveva di fare, oggi molto probabilmente l'istituto non sarebbe nella palta in cui è, costretto di fatto a lasciarsi nazionalizzare. La Fondazione se n'è strabattuta, ha trasgredito alla norma. E nessuno le ha torto un capello. Colpevole la Fondazione, colpevoli tutti quelli che hanno voltato la testa dall'altra parte per non guardare.