Cipro, la piccola isola che pesa sull'Europa
Wahid Chammas*
Il Pil di Cipro equivale a quello che l'Europa produce in un solo giorno, ma questa piccola economia potrebbe avere effetti sulla zona euro e sulla crescita globale. Le azioni sono più importanti delle parole. Quindi, nonostante le dichiarazioni secondo cui Cipro è un caso isolato, il prelievo forzoso rischia di contagiare l'Europa.
I mercati di tutto il mondo sono in calo in scia al piano annunciato da Nicosia. Molti depositi, i più sostanziosi, sono legati agli investimenti diretti esteri, soprattutto russi. Il sistema bancario cipriota è sproporzionato rispetto al Pil.
La Germania, il maggior contribuente alla Bce, fa la voce grossa ed è contraria alla concessione di nuovi aiuti senza che cirpioti e (in parte) russi facciano la loro parte. Un linea dura che però ha implicazioni in tutta Europa. Innanzitutto perché aumentano le preoccupazioni dei correntisti dei Paesi più vulnerabili, quali Grecia, Spagna, Portogallo e Italia.
Nonostante l'impegno della Bce a sostenere le banche, un forte deflusso di capitali avrebbe effetti devastanti sull'economia. Per questo Cipro costituisce un precedente preoccupante. L'economia dell'isola è piccola, ma quello che sta accadendo a Nicosia ha un'enorme forza simbolica, capace di intaccare la fiducia nelle manovre di austerità. Lo si è già visto in Italia, dove le elezioni sono state un referendum sull'austerity.
Per evitare il contagio servono parole chiare e decise, soprattutto di Germania e Bce. La palla passa ai politici: se la loro azione fallirà, allora i problemi per l'Europa potrebbero diventare reali. Per ora gli investimenti europei conservano un bilancio rischio-rendimento estremamente favorevole. Ma se politici ed economisti vorranno entrare in territori inesplorati, in Europa il divario tra vincitori e vinti potrà solo allargarsi.
* Gestore di Janus Europe Fund