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Economia
Coronavirus, per il turismo italiano un danno da oltre 6 miliardi. L'analisi

Ieri Israele, Irlanda, Islanda e Grecia. Oggi Russia, Giordania e Romania e altri. Di fronte alle dimensioni dell'epidemia di coronavirus in Italia, diversi Paesi stanno adottando misure nei confronti dei turisti italiani con l'obiettivo di contenere la diffusione del Covid-19. Parallelalmente dissuadono i propri cittadini dallo scegliere destinazioni nel nostro Paese. Anche a seguito della chiusura dei musei e dei locali pubblici in alcune Regioni del Nord, l’Italia quindi potrebbe diventare una meta sempre meno attraente per il turismo.

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Quale potrebbe essere dunque l'impatto per un settore portante dell'economia italiana come il turismo che rappresenta il 10% del Pil e che vale l'11% dell'occupazione?

"Basandoci sui dati Istat del numero delle notti passate sia dai turisti stranieri nel nostro Paese sia dagli italiani che fanno quindi turismo domestico, per i prossimi tre mesi abbiamo ipotizzato una riduzione del 50% - una stima ottimistica - in Veneto, Lombardia e nella provincia di Torino e una contrazione del 12% nel resto d’Italia. Oltre ad aver ipotizzato il completo azzeramento dei flussi turistici di origine asiatica", spiega ad Affaritaliani.it Alberto Corti, responsabile Turismo della Confcommercio. Riduzioni che equivalgono a "22 milioni di presenze, di notti passate, in meno nel nostro Paese nei prossimi tre mesi, con un impatto economico complessivo di 2,7 miliardi di euro".

Schermata 2020 02 25 alle 19.12.05Alberto Corti, responsabile Turismo della Confcommercio
 

"Ciò riguarda, però - aggiunge Corti - solo il turismo in Italia". Ci sono infatti anche gli italiani che, prenotando pacchetti viaggi e acquistando biglietti aerei, hanno intenzione di recarsi all'estero nei prossimi mesi. O forse, meglio dire, avevano interesse. Già, perché ora molti non accetteranno di essere messi in quarantena o di essere respinti all’arrivo come accaduto alle Mauritius

"Gli effetti economici in questi casi dipenderanno - spiega l'esperto - dalla durata delle restrizioni adottate, ma sempre da marzo a maggio il turismo dei nostri connazionali all’estero vale circa altri tre miliardi di euro. E su questa spesa bisognerà calcolare l’impatto delle cancellazioni che significano mancati introiti per tour operator e compagnie aeree”. 

In più, spiega sempre Corti, "c’è poi da considerare gli impatti delle sospensioni dei viaggi d’istruzione nel nostro Paese. Siamo entrati nel periodo di picco e si tratta di un business che nel suo insieme, sia con destinazione Italia sia con mete estere, vale circa un miliardo di euro”. 

Come potrebbe intervenire il governo fare aiutare il settore? "Oltre a quanto già chiesto dalle associazioni datoriali come la sospensione degli adempimenti fiscali e contributivi, gli intervenenti sul versante del credito e l'introduzione degli ammortizzatori sociali, con due misure precise", spiega Corti. Secondo cui "la prima è intervenire sulla comunicazione: sia sul versante interno facendo capire la dimensione esatta della patologia e delle cause dei decessi, per il momento dovuti quasi sempre a una patologia pregressa o a una diagnosi fatta in extremis. In questo modo si riuscirebbe a ridurre gli episodi di panico e di fobia". 

"L'altra misura - conclude Corti - è intervenire tramite canali diplomatici e con sistemi di controllo dell’informazione sulla pessima immagine che i nostri competitor esteri come Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna stanno dando dell’Italia. Informazioni che hanno anche il fine di trattenere o deviare i flussi turistici, ovviamente a loro vantaggio". 

@andreadeugeni

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