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Economia
Coronavirus, report a raffica: sarà recessione. Consumi ko, perderemo 3,9 mld

L'emergenza da coronavirus rischia di avere un impatto elevatissimo sull'economia italiana. L'allarme arriva da Confesercenti in vista del vertice al Ministero dello Sviluppo economico. Confesercenti stima una perdita di circa 3,9 miliardi di euro di consumi legata ala diffusione dell'emergenza nel Paese. Si tratta, inoltre di una stima conservativa, basata sull'ipotesi di una crisi limitata. 

La frenata dei consumi avrà infatti conseguenze pesanti sul tessuto imprenditoriale: potrebbe portare alla chiusura di circa 15.000 piccole imprese in tutti i settori, dalla ristorazione alla ricettività, passando per il settore distributivo ed i servizi. L'impatto sull'occupazione potrebbe superare i 60.000 posti di lavoro.

La situazione, spiega Confesercenti, è particolarmente grave nel turismo: il comparto è già in zona rossa, con le attività ricettive travolte da un diluvio di disdette, e la stagione primaverile - che vale il 30% circa del fatturato totale annuo del turismo - appare seriamente compromessa, con la prospettiva di ulteriori danni non solo per alberghi e bed&breakfast, ma anche bar, ristoranti e attività commerciali.



"L'impatto dell'emergenza sull'economia può essere altissimo. Bisogna agire in fretta, e bene, per limitare i danni. I cali di viaggiatori registrati negli ultimi quattro giorni lasciano pensare il peggio: se continua così a lungo, centinaia di imprese, dagli alberghi alle attività commerciali, rischiano di saltare”, ha spiegato la presidente di Confesercenti Patrizia De Luise.



"Servono interventi straordinari: chiediamo di trattare tutte le imprese turistiche come se fossero nella zona rossa, estendendo loro la sospensione dei pagamenti, dai versamenti contributivi a mutui e bollette, e pensando a forme di welfare per non lasciare a terra i lavoratori e gli imprenditori. Ma bisogna prepararsi a misure d'emergenza anche per ristoranti ed attività commerciali", ha concluso. Se l’impatto sui consumi è di quasi quattro miliardi (l’ufficio studi di Confali, il coordinamento della filiera agroalimentare di Confcommercio-Imprese per l'Italia, parla invece di cinque miliardi), molti centri studi stanno ritoccando le proprie stime di cresxcita per il primo trimestre dell’anno, certificando la “recessione tecnica” per il nostro Paese.

La scorsa settimana gli analisti di Nomura Bank hanno spiegato che proprio “a causa delle ricadute economiche dell'epidemia di coronavirus che si irradieranno dalla Cina, il Pil italiano a fine 2020 sarà negativo" (-0,1% contro il +0,6% stimato da Governo lo scorso anno, ndr). Dopo che il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco a margine del G20 a Riad ha parlato di un impatto negativo di 0,2% di Pil, Luca Paolazzi, economista partner a Ref Ricerche e fino al 2018 direttore del Centro Studi Confindustria, ha spiegato che “l'economia della Lombardia e del Veneto pesa per un terzo-un quarto sul Pil nazionale e la contrazione dell'attività in queste due regioni molto probabilmente porterà in negativo il Pil nel primo trimestre 2020, dopo il calo dello 0,3% del quarto trimestre".

Dello stesso avviso Massimiliano Maxia, senior fixed income product specialist di Allianz Global Investors, secondo cui, “considerato che il quarto trimestre del 2019 si era già chiuso con un segno negativo, è presumibile che questo avverrà anche per quanto riguarda il primo trimestre del 2020”. Anche Confindustria, che già vedeva il Paese in recessione nel primo trimestre con una crescita negativa dello 0,1%, ha fatto sapere, per bocca di Marcella Panucci, direttore generale di Viale dell’Astronomia, che ”probabilmente questa stima andrà rivista”.

Saremmo andati a un rallentamento dell'economia a prescindere dal coronavirus, che lo sta accentuando”, ha aggiunto la Panucci. Le interruzioni dell'attività economica in Italia, dovute al coronavirus, "comporteranno una crescita del Pil del primo trimestre di circa lo 0,1% se le misure adottate per contenere il virus rimarranno in vigore per il periodo previsto di una settimana", ha spiegato invece Nicola Nobile di Oxford Economics. Gli analisti, riporta l’agenzia MF-DowJones, presumono che solo quattro delle province lombarde (Pavia, Lodi, Cremona e Milano) - saranno colpite, ma queste quattro province rappresentano circa il 12% del Pil italiano e il 2% del Pil dell'Eurozona.

"I rischi rimangono inclinati al ribasso poichè famiglie e aziende potrebbero essere colpite da uno shock di fiducia e l'economia potrebbe soffrire di interruzioni della catena di approvvigionamento", ha aggiunto Nobile. Oxford Economics prevede che l'economia italiana si contrarrà nel 2020, poiché la crisi del coronavirus arriva in un momento in cui l'economia e' gia' in fase di stagnazione. Il coronavirus rende un'altra recessione in Italia piu' probabile di una crescita del Pil, commenta Jack Allen-Reynolds, economista europeo senior di Capital Economics. 



"Ci sara' senza dubbio un colpo all'economia italiana perche' le autorita' hanno risposto con forza ed e' questa risposta, piuttosto che la malattia stessa, a ridurre l'attivita' economica", spiega Allen-Reynolds. L'esperto si aspetta una seconda contrazione trimestrale consecutiva nel prodotto interno lordo nei primi tre mesi del 2020. "Le regioni colpite rappresentano una quota sproporzionata della produzione in Italia" e "sebbene finora gli effetti sull'economia dell'Eurozona dalla recessione in Cina siano stati modesti, il salto nei casi confermati in Italia aggiunge un altro canale attraverso il quale il virus potrebbe danneggiare l'economia", conclude l'esperto di Capital Economics.

Le possibilita' di un rimbalzo della crescita in Italia "si attenuano a causa del coronavirus, mentre aumenta il rischio di una recessione tecnica", affermano gli economisti di Ing. Il prodotto interno lordo dell'Italia si e' contratto dello 0,3% nell'ultimo trimestre del 2019 e se si contrasse nuovamente nel primo trimestre di quest'anno, il Paese sara' in recessione tecnica. A causa del coronavirus, "l'Italia potrebbe diventare una destinazione meno attraente per il turismo e potrebbe esserci anche un effetto paura legato a consumi e interruzioni dell'offerta", hanno sottolineato da Ing.

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