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Economia

Al G20 di Riyadh il ministro del Tesoro Roberto Gualtieri spiega come sia ancora "prematuro quantificare l'intensità e l'impatto del coronavirus sull'economia globale ed europea", ma in Italia l'emergenza  adesso rischia di impattare duramente sulla già debole congiuntura. C'è paura anche se per per ora è difficile fare previsioni, ma bisogna tenere conto che le tre regioni più colpite rappresentano il cuore industriale e finanziario dell'Italia. Sempre a Riyadh, il numero uno di Via XX Settembre ha chiesto a G7 e G20 "di lavorare da subito a misure economiche a livello internazionale, coordinate e adeguate ad affrontare in modo tempestivo ed efficace le conseguenze economiche del virus nel caso la crisi si aggravi".

Il governo Conte ha varato un decreto che inasprisce l'isolamento per le prossime due settimane delle aree a rischio contagio da coronavirus e che introduce misure straordinarie al di fuori dalle zone in quarantena che vanno dallo stop delle gite scolastiche in Italia e all'estero, lo stop delle attività lavorative, la chiusura delle università e il divieto di tenere eventi sportivi.

Dopo questa prima misura, a breve, il governo varerà un altro decreto (crescita-bis, ribattezzato da qualcuno) per aiutare le attività economiche e le imprese colpite, anche al di fuori delle zone rosse più a rischio. Un pacchetto sulla cui compilazione al Ministero dello Sviluppo economico stanno accelerando.

"Il bene della salute degli italiani è quello che ci sta ci sta più a cuore, è quello che nella gerarchia dei valori costituzionali è al primo posto. "La salute - ha detto Conte nel presentare i piano del governo - e' al primo posto in una ideale gerarchia di valori". "Il nostro obiettivo fondamentale - ha aggiunto il ministro della Salute, Roberto Speranza - e' provare a contenere e isolare il piu' possibile il contagio dentro territori ristretti per evitare che i contagi vadano fuori". 

Il decreto Conte varato ieri prevede che nelle aree focolaio, in Lombardia e in Veneto, non sarà consentito l'ingresso e l'allontanamento, salvo specifiche deroghe da valutare di volta in volta. In quelle aree e' gia' stata disposta la sospensione delle attività lavorative e delle manifestazioni sportive e degli altri eventi cosi' come delle scuole e delle altre attivita' educative e ludiche. Chi violera' le misure di cautela previste dal decreto e dalle ordinanze del ministero della Salute rischierà conseguenze penali secondo l'articolo 650 del Codice penale. Ci saranno presidi delle forze dell'ordine per far rispettare i divieti di circolazione, di entrata ed uscita e nel caso se necessario si ricorrerà anche alle forze armate. Con il decreto si allarga anche il raggio di azione delle misure di sospensione delle attività: "I ministri competenti potranno decidere di interessare anche aree non focolai" in restanti aree del territorio nazionale. In particolare il ministro dell'Istruzione potrà intervenire per sospendere le gite scolastiche mentre il ministro dello Sport potrà farlo per gli eventi sportivi. Dopo questo decreto il Governo approverà un decreto per aiutare le attività economiche e le imprese colpite dall'emergenza coronavirus nelle aree poste in quarantena. 

Nelle aree a rischio per chi è costretto a rimanere a casa si stanno studiando diverse misure, che andranno concordate, caso per caso, con l'azienda di appartenenza. Ma in assenza di disposizioni precise, il dipendente costretto a rimanere a casa per motivi precauzionali, viene messo automaticamente in malattia. E' questa la disposizione che arriva dagli incontri con le prefetture interessate. E' il caso dei comuni del Lodigiano, attorno ai centri di Codogno e Casalpusterlengo.

I sindaci hanno invitato i loro cittadini restare a casa e gli studenti a non andare a scuola. I lavoratori vengono considerati in malattia. A meno che le singole imprese non decidano diversamente: è il caso di Eni, Snam e Saipem stanno contattando uno a uno i dipendenti che risiedono nei comuni in provincia di Lodi indicati tra quelli a rischio. La formula per il congedo che scatta da lunedì potrebbe essere quella del lavoro agile, ma non e' escluso anche il ricorso al permesso retribuito.

Fra gli interventi allo studio per le imprese, il primo riguarda la cassa integrazione come strumento per aiutare le aziende che avranno problemi per l'assenza dei dipendenti. Lo ha anticipato il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. "Uno strumento sarà concedere la Cassa integrazione ordinaria: trattandosi di un evento imprevedibile, non c'è bisogno di una norma ad hoc. La Cig l'ha chiesta anche Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio: "Sarebbe importante estendere la cassa integrazione prevista dal Fondo integrativo salariale (Fis) alle piccole e micro imprese coinvolte dalla crisi. E per farlo basterebbe un decreto legge".

Il Consiglio nazionale dei commercialisti ha chiesto al Ministero dell'Economia di sospendere i versamenti e gli adempimenti tributari per i contribuenti e per i professionisti che abbiamo la sede dell'attività oppure la residenza di titolari, soci, professionisti, associati, amministratori esecutivi, collaboratori o dipendenti nelle aree interessate dalle misure di quarantena introdotte per contrastare la diffusione del virus.

A tutela della salute pubblica e, per l'approvvigionamento dei beni di prima necessita' il decreto del governo prevede la creazione di "corridoi sterili" controllati dalle forze dell'ordine, finalizzati a far transitare i fornitori equipaggiati con mascherine e guanti protettivi. Intanto, però è assalto ai supermercati nelle zone di uno dei focolai del virus, quello del triangolo Codogno - Casalpusterlengo - Castiglione d'Adda, e nei comuni limitrofi, tra Lombardia ed Emilia.

Dopo il divieto di entrare e uscire da questi territori, si registrano lunghe code e scaffali vuoti. La situazione è critica in particolare a Casalpusterlengo, dove si riversano anche gli abitanti di Codogno, in cui sono chiuse tutte le catene della grande distribuzione. Molte di queste hanno deciso di non fare piu' nemmeno consegne a domicilio, per timore che i fornitori si contagino.

C'e' rabbia e preoccupazione tra gli abitanti: "Come faremo, manderanno la protezione civile?". Molti clienti indossano le mascherine che pero' non sono obbligatorie. Ormai privi di scorte alcuni punti vendita a San Giuliano Milanese e a Peschiera Borromeo. Problemi anche nell'approvvigionamento dei medicinali, con diverse farmacie chiuse o che lavorano 'a battenti chiusi' e avvertono che e' esaurita la scorta di farmacie. Anche ad Abano Terme, un grosso comune non lontano dalla zona rossa di Vo' Euganeo, i supermercati sono stati presi d'assalto dagli abitanti impauriti dalla vicinanza del focolaio del virus e gli scaffali si sono svuotati in poche ore. 

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