"Decisioni irrazionali ispirate dalla megalomania: la crisi è colpa della cocaina"

Bolla immobiliare? Mutui subprime? Nulla di tutto questo: a generare la crisi finanziaria esplosa nel 2008 è stata la cocaina. E' questa la teoria-provocazione di David Nutt, specialista di dipendenze del britannico Sunday Times.
Secondo Nutt esisterebbe una relazione tra gli ipertrofici investimenti che, dal 2000 al 2008, hanno gonfiato la bolla creditizia e il consumo di polvere bianca. Il legame starebbe in quella propensione all'investimento che l'ex presidente della Fed Alan Greenspan ha definito "esuberanza irrazionale". La prospettiva di facili profitti generati da prodotti finanziari instabili potrebbe spiegare l'euforia di banchieri, investitori e intermediari. Ma non basta. Secondo il giornalista del Guardian Geraint Anderson "solo gli sciocchi devastati dalla cocaina potrebbero comprare miliardi di dollari di titoli garantiti da ipoteche che era ovvio che sarebbero esplose con il crollo del mercato immobiliare".
A sostegno delle loro affermazioni, giornalisti e studiosi britannici avanzano un argomento scientifico: uno studio condotto da Chris Luca della University Hospital di Cork ha monitorato gli effetti della cocaina sui banchieri. Il risultato? "Alcune figure di spicco nei circoli politici e finanziari hanno assunto decisioni irrazionali ispirate alla megalomania che provoca la cocaina. Le persone prendevano decisioni insensate pur essendo convinti di avere ragione al 110%. E da questo deriva il caos attuale ".
Ovviamente, la droga non può essere ritenuta l'unica responsabile della crisi. Soprattutto in assenza di prove sul consumo effettivo di cocaina da parte di banchieri e investitori. Ma la stravagante spiegazione offre l'occasione per denunciare un comportamento a volte irresponsabile da parte di chi ha la possibilità di manipolare milioni di euro sui mercati internazionali.