Era il 23 aprile del 2012 quando il nome di Giuseppe Orsi spunta dalle carte che la Procura di Napoli sta esaminando su un giro di presunte tangenti che coinvolge il colosso industriale Finmeccanica. L'ipotesi di reato era di corruzione e riciclaggio internazionale. Il giorno prima i magistrati napoletani del pool 'Reati contro la pubblica amministrazione', sulla base di una rogatoria internazionale avevano eseguito perquisizioni e sequestri documentali a Lugano.
L'indagine 'madre' riguardava la vendita di 12 elicotteri Agusta Westland all'India per la quale il gruppo, secondo Lorenzo Borgogni, ex responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica, avrebbe versato tangenti a un intermediario vicino ad Orsi. La cifra si aggirava intorno ai 51 milioni di dollari. Nei giorni successivi fu anche ascoltato sul punto Valter Lavitola, ex affarista e direttore del quotidiano 'L'Avanti', il quale fu arrestato proprio per l'affare elicotteri in India, confermava che Orsi aveva versato tangenti.
L'inchiesta prese poi una sterzata importante quando nei primi di giugno fu perquisita l'abitazione di Ettore Gotti Tedeschi, ex presidente dello Ior. Non era indagato ma ad indurre i magistrati partenopei a disporre i controlli erano i rapporti tra qust'ultimo e Giuseppe Orsi: secondo l'accusa li' c'erano documenti che avrebbero potuto aggravare la posizione dell'ad di Finmeccanica. A luglio poi l'inchiesta da Napoli migra a Busto Arstizio per competenza territoriale. A chiedere il trasferimento furono gli avvocati di Orsi, Ennio Amodio e Marinella de Nigris, osservando che nel territorio di quel tribunale, a Cascine Costa di Samarate, ha sede la Agusta Westland spa.