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Economia
Gas, Descalzi: "Sostituiremo il 100% delle forniture russe entro il 2025"

Descalzi: "Ora riusciamo a coprire il 50% del gas russo con 21-23 miliardi di metri cubi" 

Entro il 2025 il gas russo verrà completamente rimpiazzato dalle forniture provenienti da Africa, Medio Oriente e Stati Uniti d'America. Una deadline sempre più realistica rimarcata oggi dallo stesso amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, in occasione del convegno "Lombardia 2030". "Il prossimo anno, se ci sarà, avremo solo il 6-7% di gas russo che sarà poi completamente rimpiazzato nel 2025". "Abbiamo iniziato immediatamente da febbraio a cercare una diversificazione basandoci su quello che avevamo in portafoglio in Africa, Medio Oriente, Far East e Usa. Il problema è stato risolto perchè ora riusciamo a coprire il 50% del gas russo con 21/23 miliardi di metri cubi e nel 2025 il 100% sarà rimpiazzato", ha spiegato Descalzi. "Il 2023 sarà un anno complesso perchè avremo solo il 6/7% di gas russo e dovremo poter contare sul Gnl che ci arriverà  via nave", ha aggiunto. 

Al netto di questo, ciò che serve al Paese sono sicuramente le infrastrutture, al fine di  "creare un'offerta sovrabbondante rispetto alla domanda", strumento frenante sui prezzi.  "Se vogliamo arrivare alla sicurezza energetica con una sovrabbondanza di gas, per stare tranquilli secondo me dovremmo avere altri quattro rigassificatori". "Tanto per dirvi semplicemente come stanno le cose negli altri Paesi la Spagna consuma 30 miliardi di metri cubi di gas all’anno e dispone di 60 mld di metri cubi di rigassificazione", mentre Paesi come Austria e Slovacchia consumano circa 5 miliardi di metri cubi di gas e “hanno capacità di stoccaggio, non di rigassificazione, uguale”, per cui "abbiamo bisogno di incrementre la capacità di rigassificazione da una parte ma anche di aumentare di almeno 6-7 mld gli stoccaggi".

Energia e price cap, Pichetto: "Sul gas l'Europa cambia idea o non votiamo" 

A intervenire su energia, gas e price cap è stato oggi anche il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. In un'intervista a La Verità Fratin ha posto l'accento sostanzialmente sul tetto ai prezzi.  Il bilancio della Cop27 di Sharm el Sheikh viene definito in ''chiaroscuro" perché ''se da un lato sono d'accordissimo sulla decisione di creare un fondo per danni e perdite, dall'altro lo stop ad approfondire il tema della mitigazione non è stato un dato positivo''. 

All'ultimo Consiglio energia, si ricorda, non c'è stato accordo sul price cap e la Commissione ha proposto un tetto di 275 euro al megawattora che, secondo Pichetto, indica ''la buona volontà della Commissione che ha presentato agli Stati una proposta, frutto di una prima mediazione tra le diverse posizioni, spesso contrapposte. Per noi si trattava di una soluzione insufficiente, perché poneva condizioni che rischiavano di stimolare la speculazione invece di arginarla''.

Per questo in occasione dell'ultimo Consiglio energia, a Bruxelles, ''l'Italia è stata alla guida degli Stati che si sono chiaramente opposti a quella soluzione ma, allo stesso tempo, ha chiesto con forza di continuare a lavorare per arrivare a una proposta più efficace e condivisa'', afferma il ministro. La cosa positiva è aver ottenuto che tutti gli Stati si impegnino a trovare un punto di convergenza. Certamente, se la proposta resterà invariata, non la voteremo'', ha c oncluso il neo ministro Fratin. 

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