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Economia
Generali fa litigare Del Vecchio e Messina: "Banchiere come ragazzino al bar"

di Andrea Deugeni
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@andreadeugeni

Si sa: Leonardo Del Vecchio non è uno che le manda a dire. Provate a chiedere a Giovanni Perissinotto, l'ex amministratore delegato delle Generali che nell'aprile del 2012, prima di essere accompagnato a giugno alla porta dal Cda, si becco una paginata intera sul CorSera di critiche severe da parte dell'imprenditore di Agordo sulla gestione della compagnia. E così, stamane a Milano, a margine dell'assemblea dei soci di Luxottica, il gruppo da lui fondato, Del Vecchio non ci ha pensato un attimo a tenere la lingua a freno attaccando senza mezze misure Carlo Messina, l'amministratore delegato della più grande banca italiana, protagonista qualche mese fa di un interesse, poi non concretizzato, per il Leone di Trieste. 


 

Ed è stato proprio la compagnia assicurativa a far litigare i due pesi massimi dell'economia tricolore. Lite che, stando a come si è concluso lo scambio verbale, continuerà nelle aule di tribunale. A chi gli chiedeva infatti se fosse rimasto sorpreso per la mancata offerta, alla fine, da parte di Intesa-Sanpaolo su Generali, il patron di Luxottica ha replicato: "Per l'amor di Dio: è stato un discorso da bar. Non so come un amministratore delegato possa fare questi discorsi al bar. Perché lo ha detto al bar, come se avessimo parlato dell'Inter e Del Milan", prima pesante critica.

Poi, Del Vecchio ha continuato, gettando altra benzina sul fuoco: "Come è possibile - si è chiesto - con due società quotate in Borsa, che l'amministratore delegato di una delle due faccia queste dichiarazioni: noi vorremmo comprare? E' come se io dicessi che vorrei comprare la Microsoft. Se lo fa un ragazzino al bar ok, ma che l'amministratore delegato di una banca dica una cosa del genere vuol dire che non sa neanche cosa sono le Generali. Questa è un'uscita da bar, da ragazzino".

E ancora. Secondo Del Vecchio tutto ciò ha finito per arrecare "danno agli investitori. In America ci sarebbe stata una class action. Una dichiarazione di questo tipo da parte dell'amministratore delegato negli Stati Uniti sarebbe costata molto alla banca", ha concluso l'imprenditore nordestino.

Immediata la replica del numero uno di Ca' de Sass. "Ho letto le dichiarazioni di Leonardo Del Vecchio: evidentemente non sa di cosa parla e neanche sa come sono andate le cose", recita la nota diffusa da Banca Intesa con cui Messina commenta le parole del presidente di Luxottica.

"Intesa Sanpaolo - ha continuato il banchiere - non ha mai commentato l'argomento se non in conseguenza dell'acquisto del 3% dei titoli della banca da parte di Generali (mossa in chiave difensiva da parte della compagnia triestina, ndr), che peraltro continua a detenere. Successivamente a tale acquisto Intesa Sanpaolo ha informato i mercati in maniera trasparente e rispettosa delle norme, da ultimo comunicando la decisione di bocciare la possibile operazione di combinazione industriale in quanto non creava valore". E poi, la conclusione: "Quelle di Del Vecchio sono affermazioni diffamatorie a fronte delle quali reagirò nelle sedi opportune a tutela mia e della Banca". 

Philippe Donnet
 

Sulla gestione delle Generali, Del Vecchio, invece, ha parole di stima per l'operato del group Ceo Philippe Donnet. "Sono contento di questo amministratore delegato. È uno che conosce il mestiere. È una persona seria, capace e quindi sono tranquillo", ha spiegato l'imprenditore, dopo l'attacco a Messina. Quanto alla necessità di un nuovo direttore generale per il Leone, al posto di Alberto Minali che aveva lasciato a fine gennaio scorso, Del Vecchio ha dichiarato: "In questo non entro mai. Deve essere il Ceo che decide il management che c'è sotto. Si prende lui la responsabilità e quindi deve essere lui a decidere".

Del Vecchio ha comunque sostenuto di non aver più tempo da dedicare ai giochi su Generali. "Non ho più il tempo di pensarci. Per me è un investimento a lungo termine. Alla fine dell'anno guardo i numeri, però nel corso dell'anno non ho neanche il tempo di guardarli". Alla domanda se sia stato contento dei risultati del bilancio 2016, approvato ieri a Trieste dall'assemblea Del Leone, Del Vecchio ha commentato: "È chiaro che finché ci sono questi tassi di interesse bassi le assicurazioni e le banche non possono dare tanti sogni. Comunque, penso che se l'economia dovesse salire salirebbero anche i tassi e conseguentemente migliorerebbe l'economia delle assicurazioni e delle banche".

 

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