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Economia
Generali, Galateri non si ricandida. Confermate le anticipazioni di Affari
Gabriele Galateri e Philippe Donnet 

La carta della presidenza rosa come best practice molto gradita agli investitori istituzionali in vista del possibile scontro con la lista Caltagirone

"Ho fatto i conti e quasi con stupore verso me stesso ho realizzato che sono ben 11 anni che rivesto la carica di presidente di Generali. Si aggiungono oltre sette anni di vicepresidenza. Questa lunga esperienza mi porta a condividere pienamente il desiderio di rinnovamento del Consiglio che credo sia in definitiva la base della valutazione della mancanza di indipendenza da Codice di Autodisciplina, come fatto preclusivo alla mia permanenza nella carica di presidente. Uscirò quindi dal Consiglio in piena serenità e unità d'intenti ringraziando i colleghi che hanno speso generose parole nei miei confronti e tutti i dipendenti del gruppo per lo straordinario e appassionato lavoro svolto in questi anni".

Come anticipato da Affaritaliani.it, il presidente delle Assicurazioni Generali Gabriele Galateri non farà parte della lista del consiglio uscente per la formazione del prossimo board della compagnia assicurativa triestina che sarà oggetto della votazione degli azionisti all'assemblea del 29 aprile. Assise in cui il Ceo Philippe Donnet, osteggiato dai grandi azionisti Francesco Caltagirone, Leonardo Del Vecchio e Fondazione Crt (oltre il 16,3% del capitale in tutto), cerca la riconferma.

E' stato lo stesso Galateri, ex presidente di Mediobanca e di Tim, ad annunciare che lascerà le Generali con una lettera letta agli altri consiglieri definendola una "una comunicazione di carattere personale", prima di discutere del tema all'ordine del giorno del board. Ovvero la stesura della short list per la lista del Cda.

Nel testo definisce gli anni alla presidenza "un'esperienza magnifica, centrale nella mia vita. L'onore di aver lavorato con entusiasmo e, vi assicuro, con grande impegno per una società, le nostre Generali, ricca di storia, ma proiettata nel futuro, una finestra sul mondo e sui grandi problemi della società e dell'economia contemporanea. Una società che, nonostante le enormi difficoltà di questi anni, presenta risultati d'eccezione".

Ma Galateri è tornato anche sulle tensioni tra gli azionisti che stanno caratterizzando la governance. Tensioni in primis con l'ex vicepresidente Caltagirone e il consigliere Romolo Bardin, rappresentante di Delfin e sfociati in lettere di dimissioni con accuse di non imparzialità nei confronti del presidente del Leone e in esposti alla Consob e all'Ivass da parte della compagnia per sospetto di patto di sindacato occulto fra il patron del Messaggero, Del Vecchio e la fondazione sabauda. 

"Voglio comunque, aldilà di requisiti formali, mantenere piena indipendenza di giudizio e così esprimere rammarico per le tensioni nel corpo sociale degli ultimi tempi che Generali certo non si merita ed augurarmi che possa essere eletto un Consiglio composto da persone di professionalità e coscienza etica tali da favorire il recupero di un clima di serenità e di collaborazione nell'interesse sociale", ha aggiunto.

In questo senso, ha concluso, "porterò avanti il mio impegno con il Consiglio svolgendo le mie funzioni fino alla scadenza del mandato con lo spirito di servizio e di disponibilità che una scadenza, in una tanto lunga militanza, non può certo far venir meno". 

Per Galateri, per cui qualuno ipotizza un futuro (paiono però più velleità) in Tim (al posto di Salvatore Rossi) o alla presidenza dell'Iren, la grande multiutility che fa capo ai comuni di Torino, Genova e Reggio Emilia, sono venuti meno i requisiti formali di indipendenza e in più, in vista del possibile scontro in assemblea con una lista di maggioranza che potrebbe venir presentata da Caltagirone (a marzo), pare si sia deciso nella compagnia di puntare su una presidenza rosa (con precisi requisiti di fit and proper) per far leva su una best practice molto gradita agli investitori istituzionali che con il 34,75% del capitale rappresentato il vero ago della bilancia dei voti a fine aprile. 

Intanto, mentre sulla cooptazione di tre nuovi consiglieri al posto di Caltagirone, Bardin e Sabrina Pucci, come sul parere di orientamento per la formazione del nuovo board (in sostanza un documento in cui i consiglieri valutano l'attività degli ultimi tre anni e le caratteristiche che dovrebbe avere il nuovo organo di governo), occorrerà aggiornarsi a settimana prossima, il Cda ha invece individuato la short list per il nuovo cda: una lista preliminare, composta tra 15 e 20 soggetti, che hanno manifestato la propria disponibilità a far parte del prossimo consiglio di amministrazione del Leone.

Lista di cui ovviamente fanno parte Donnet, ma anche il vice presidente Clemente Rebecchini, direttore centrale di Mediobanca, Antonella Mei-Pochtler e Diva Moriani e da cui, entro la metà di marzo, verrà ricavata la lista definitiva del consiglio uscente.

@andreadeugeni

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