
I numeri che erano arrivati nei mesi scorsi dall'ufficio statistico federale sulla produzione industriale tedesca l'avevano anticipato. Complice il clima recessivo in Eurolandia, nel 2012 il Pil tedesco ha accusato una brusca frenata, crescendo solamente dello 0,7%, contro il 3% registrato nel 2011. Un dato leggermente peggiore delle attese degli analisti che si attestavano intorno a un +0,8%. Secondo le stime preliminari sul quarto trimestre del 2012 gli ultimi tre mesi dell'anno scorso dovrebbero aver registrato una contrazione del Pil dello 0,5%, un dato inferiore alle aspettative.
Ancora una volta le esportazioni sono state un fattore di crescita per la prima economia del Vecchio Continente con un incremento del 4,1% anno su anno (contro però il +7,8% del 2011), mentre le importazioni sono aumentate del 2,3%. "Forse la Germania non è più l'isola felice dell'eurozona, ma resta comunque un'isola di crescita in un mare di recessione", ha spiegato Carsten Brzeski, un economista di Ing.
Tra i fattori che hanno pesato sulla flessione della crescita non ci sono tanto i consumi domestici (+0,8%) né quelli della macchina statale (+1%), ma gli investimenti. Quelli in macchinari ed equipaggiamenti sono crollati del 4,4%, mentre quelli nel settore della costruzioni hanno registrato una flessione dell'1,1%. La pubblicazione del dato ufficiale sul Pil del quarto trimestre del 2012 è in programma per il 14 febbraio, mentre mercoledì il governo dovrebbe rendere note le sue stime di crescita per il 2013.
Un funzionario dell'esecutivo di Berlino ha anticipato che il governo Merkel prevede che l'economia cresca dello 0,4% nel 2013, un incremento dunque ancora più modesto dello 0,7% calcolato oggi dall'istituto nazionale di statistica. Per il 2014 è invece attesa una crescita dell'1,6%.