
Il 2012 è stato un anno terribile per il lavoro, in particolare per i giovani (secondo l'Istat a fine novembre 641 mila residenti italiani tra i 15 e i 24 anni, pari il 37,1% delle forze di lavoro di quell'età e il 10,6% della popolazione complessiva della stessa età, era disoccupato) e il 2013 non sembra avere molte chances di registrare significativi miglioramenti. Ma anche nelle crisi più nere qualche luce, per fortuna, resta accesa.
Così secondo l'elaborazione di Datagiovani su fonti Unioncamere, sembrerebbe che almeno alcune figure professionali continuino ad essere ricercate dalle aziende operanti in Italia. Si tratta in genere di profili di media specializzazione, in primis nel commercio e nei servizi, che rappresentano la stragrande maggioranza dei 200mila nuovi ingressi programmati negli ultimi 12 mesi e che potrebbero continuare a offrire occasioni agli under 30 anche quest'anno.
Immuni alla crisi restano anzitutto i commessi delle vendite al dettaglio, con oltre 23mila addetti richiesti, seguiti da magazzinieri e camerieri (entrambi intorno a quota 6mila richieste); oltre 5mila inserimenti "under 30" anche nel caso di impiegati e segretari, mentre vicini a quota 3mila si trovano figure come informatici, cuochi e contabili. Sembrerebbe un quadro in grado di smentire chi teme che il nostro Paese sia destinato a trasformarsi in un paese ricco solo di pizzerie e stabilimenti balneari, ma a ben guardare emergono segnali preoccupanti di cui la classe dirigente dovrebbe tener conto.
Da anni infatti le imprese italiane chiedono sempre meno professionisti altamente qualificati nelle aree, come l'innovazione, nelle quali altri sistemi produttivi hanno costruito le proprie fortune recenti e sempre più figure di media o bassa specializzazione, col rischio di un progressivo indebolimento del già oggi non elevato investimento in formazione da parte delle famiglie italiane. Rischiamo dunque di essere un paese poco ospitale per i nostri (pochi) migliori laureati, come conferma il fatto che fra i 32 mestieri dove gli "ingaggi" preventivati superano le mille unità, le figure ad elevata specializzazione sono solo sette, proprio a partire da analisti e progettisti di software, contabili e tecnici della vendita, tutti con ingressi programmati tra due e tremila unità.