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Economia
Imprese, 1 su 3 a rischio fallimento. Istat: "Pericolo maggiore per le Pmi"

L'impatto della crisi sulle imprese "è stato di intensità e rapidità straordinarie, determinando seri rischi per la sopravvivenza: il 38,8% delle imprese italiane (pari al 28,8% dell'occupazione, circa 3,6 milioni di addetti, e al 22,5% del valore aggiunto, circa 165 miliardi di euro) ha denunciato l'esistenza di fattori economici e organizzativi che ne mettono a rischio la sopravvivenza nel corso dell'anno".

Lo rileva l'Istat in un focus che accompagna la nota sull'andamento dell'economia italiana. "Il pericolo di chiudere l'attività è più elevato tra le micro imprese (40,6%, 1,4 milioni di addetti) e le piccole (33,5%, 1,1 milioni di occupati) ma assume intensità significative anche tra le medie (22,4%, 450 mila addetti) e le grandi (18,8%, 600 mila addetti)".

Crisi e coronavirus, più colpiti turismo e servizi alla persona

A livello settoriale, le criticità colpiscono in maniera più evidente i servizi ricettivi e alla persona: il 65,2% delle imprese dell'alloggio e ristorazione (19,6 miliardi di euro di valore aggiunto, poco più di 800 mila occupati) e il 61,5% di quelle nel comparto dello sport, cultura e intrattenimento (3,4 miliardi di euro di valore aggiunto, circa 700 mila addetti).

Anche negli altri settori l'impatto è rilevante, interessando circa un terzo delle imprese della manifattura (4 miliardi di euro di valore aggiunto, 760 mila addetti), delle costruzioni (1,3 miliardi di euro valore aggiunto, circa 300 mila occupati) e del commercio (2,5 miliardi di valore aggiunto, poco meno di 600 mila addetti). La prospettiva di chiusura dell'attività è determinata prevalentemente dall'elevata caduta di fatturato (oltre il 50% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019), che ha riguardato il 74% delle imprese e dal lockdown (59,7% delle imprese).

I vincoli di liquidità (62,6% delle unità a rischio chiusura) e la contrazione della domanda (54,4%) costituiscono i principali fattori che hanno inciso sul deterioramento delle condizioni di operatività delle imprese mentre i vincoli di approvvigionamento dal lato dell'offerta hanno rappresentato un vincolo più contenuto (23%). Rispetto alla performance, il rischio operativo coinvolge il 63,2% del segmento di imprese caratterizzato da una elevata fragilità (livelli limitati di produttività e alta frammentazione; circa 250 mila imprese che occupano 1,2 milioni di addetti).

Questo insieme comprende prevalentemente micro e piccole imprese che operano nell'alloggio e ristorazione, ma anche in settori colpiti dalla crisi sanitaria in maniera meno diretta, come la manifattura e il commercio. L'incertezza per l'operatività futura coinvolge anche le imprese produttive e con alta rilevanza sistemica (11,1%, 14,1% del valore aggiunto e 1,5 milioni di occupati) caratterizzate da un numero di addetti superiore a 10 che operano in settori direttamente colpiti dalla crisi, quali i servizi connessi al turismo, l'alloggio e ristorazione e attività di sport, cultura e intrattenimento.

Istat: un terzo delle imprese senza una strategia contro la crisi

Più di un terzo delle imprese (circa 360 mila unità, 24,3% degli occupati, 21,2% del valore aggiunto) ha dichiarato di non avere adottato alcuna strategia per fronteggiare la crisi. Lo rileva l'Istat nella nota sull'andamento dell'economia italiana sottolineando che il sistema produttivo italiano sta reagendo alla eccezionalità della fase economica in maniera differenziata per dimensione e livello di dinamismo. Le imprese che hanno invece manifestato la volontà di predisporre strategie di reazione mostrano obiettivi organizzativi molto diversi: il 31,1% (circa 10% del valore aggiunto, poco più dell'8% dell'occupazione) prevede di contrarre l'attività, l'occupazione e/o gli investimenti; il 27,1% (30% del valore aggiunto, quasi 32% dell'occupazione) ha come obiettivo la crescita (dei prodotti, dei mercati, delle relazioni); il 41,8% (poco meno del 34% del valore aggiunto, il 37% degli addetti), infine, sta riorganizzando e adattando la propria attività.

Oltre 6 alberghi e ristoranti su 10 in pericolo

Oltre sei alberghi e ristoranti su dieci rischiano la chiusura entro un anno a seguito dell'emergenza Coronavirus mettendo in pericolo oltre 800 mila posti di lavoro. Esistono fattori economici e organizzativi che mettono a rischio la sopravvivenza del 65,2% delle imprese di alloggio e ristorazione (19,6 miliardi di euro di valore aggiunto). A queste si aggiungono il 61,5% delle aziende dello sport, cultura e intrattenimento (con 3,4 miliardi di euro di valore aggiunto e circa 700 mila addetti).

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