Indebitamento finanziario, da Atlantia a Stellantis: in Italia crolla del 9%
Tra il 2021 e il 2022 il debito delle principali aziende europee è sceso dell1,3%. A spiccare le imprese energetiche, produttrici di petrolio e gas. Report
L'indebitamento netto globale delle società è in calo per la prima volta in otto anni. Lo studio dello Henderson Corporate Debt Index
Tra il 2021 e il 2022 l'indebitamento netto globale delle società è diminuito dell'1,9%, attestandosi a 8.150 miliardi di dollari, con una riduzione dello 0,2% a valuta costante. È la prima volta in otto anni. In particolare, in Europa l'indebitamento è sceso dell'1,3%, e in Italia del 9%. A dirlo è lo Janus Henderson Corporate Debt Index.
Secondo l'ultima pubblicazione annuale della compagnia con sede a Londra, le aziende di ogni parte del mondo stanno rimborsando i debiti per la prima volta dal 2014/15. Gli utili operativi sono aumentati del 51,4%, raggiungendo la cifra record di 3.360 miliardi di dollari, con un aumento significativo della liquidità, che ha consentito di finanziare le spese in conto capitale, pagare dividendi record, effettuare riacquisti di azioni e procedere al servizio e al rimborso del debito.
In particolare, si legge nel rapporto, un quarto delle società dell'indice Janus Henderson non ha debiti: si tratta di aziende che hanno complessivamente una liquidità netta di 10.000 miliardi di dollari, metà della quale appartiene a nove grandi società, tra le quali figurano aziende tecnologiche di diversi settori, come Alphabet, Samsung, Apple e Alibaba.
"Le misure di sostenibilità del debito sono nettamente migliorate, con un rapporto debito/patrimonio globale in calo di 5,7 punti percentuali al 52,6% e tre quarti dei settori in miglioramento. La percentuale dell'utile operativo assorbita dagli interessi passivi è scesa al minimo degli otto anni da quando esiste l'indice, solo l'11,3%, grazie ai bassi tassi e agli elevati margini di utile", rileva Janus Henderson.
"Per il prossimo anno Janus Henderson prevede un ulteriore calo dell'indebitamento, perché l'aumento dei costi di finanziamento e il rallentamento dell'economia spingono le aziende a essere più prudenti. Janus Henderson stima che il debito netto scenderà di 270 miliardi di dollari (-3,3%) a valuta costante, raggiungendo i 7.900 miliardi di dollari entro il prossimo anno", spiega il gestore patrimoniale.
"L’indebitamento netto nel 2021/2022 è sceso dell’1,3% in Europa (Regno Unito escluso) a parità di valuta, nonostante un’ampia divergenza tra Paesi. Il debito è sceso in particolare in Norvegia, Italia e Svizzera, ma anche in Austria e Benelux.
"Per quanto concerne le aziende italiane, l’indebitamento netto è sceso del 9,0% a parità del tasso di cambio grazie all’aumento degli utili e al calo degli investimenti per il gruppo Atlantia e al calo delle vendite del produttore automobilistico Stellantis, mentre è aumentato il debito per i servizi di pubblica utilità”, ha dichiarato Federico Pons, Country Head per l’Italia di Janus Henderson Investors.
"Il cambiamento maggiore si è registrato nel settore energetico: i produttori di petrolio e gas hanno ridotto il debito di 155 miliardi di dollari, con un calo di un sesto rispetto all'anno precedente, grazie all'impennata dei prezzi dell'energia, che ha determinato una significativa inversione di tendenza per il settore. La liquidità in forte crescita delle aziende minerarie internazionali ha consentito di ridurre l'indebitamento di un quarto", si legge nel rapporto.
Per quanto riguarda gli altri settori "la carenza di componenti ha limitato le vendite di auto, ma ha favorito un mix di vendite con margini più elevati, riducendo la necessità di finanziare i programmi di credito al consumo delle case automobilistiche", conclude il report.
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