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"Non ci sarà nessun esubero nel nuovo piano industriale". Il consigliere delegato Carlo Messina, avvicinato a margine della presentazione del nuovo polo dedicato alla finanza d'impresa del gruppo Intesa-Sanpaolo che farà capo al Mediocredito Italiano, risponde così ad Affaritaliani.it sulle nuove strategie della prima banca italiana per numero di fliliali. Piano industriale che il banchiere sta preparando e che presenterà al mercato in primavera.

La scorsa settimana, al Wef di Davos, il numero uno di Intesa aveva fatto sapere che il gruppo punta a raggiungere un Roe (return on equity) del 10% in tre anni. Un obiettivo ambizioso, considerando che il Roe di Intesa nell'ultimo bilancio approvato era del 3,3%, ma che poteva essere raggiunto attraverso due leve. La prima, "l'incremento dei ricavi attraverso la nostra rete", aveva specificato il banchiere e poi, la seconda, "l'azione sul controllo dei costi".

Se la prima leva può essere azionata, perché "c'è ancora del potenziale nel private banking, nel wealth management, nell'investment banking e nella rete estera", la seconda sta agitando un poco i sindacati, che temono che la razionalizzazione della struttura, come quella che ha interessato il nuovo polo della finanza d'impresa (concentrazione in Mediocredito Italiano delle attività già svolte da Leasint, Centro Leasing, Neos Finance e Agriventure), interesserà i marchi controllati sul territorio e il taglio delle filiali, abbia anche delle conseguenze anche in termini di personale.

Subito dopo l'annuncio a novembre della riscrittura del piano industriale, strategie a cui Messina stava già lavorando in estate da direttore generale della Banca dei Territori, il retail cuore pulsante dell'istituto, in banca erano iniziate a circolare delle voci secondo cui il gruppo sarebbe in esubero strutturale di circa 10mila dipendenti, su un totale in Italia di circa 65mila unità. Una struttura che nel mondo del credito, sempre più digitalizzato dove la quasi totalità delle operazioni classiche da sportello avviene ormai attraverso il web banking, è giudicata dagli addetti ai lavori troppo pesante e non in linea con l'evoluzione del mercato bancario.

Ma Messina, interpellato da Affaritaliani.it, ha voluto rassicurare che dopo i 5000 esuberi individuati dal precedente amministratore delegato Corrado Passera nel 2011, non ci saranno altre uscite.

 

 

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