
Come stanno le banche americane? Molto bene, grazie, almeno a giudicare dai numeri “spaziali” annunciati oggi da Jp Morgan Chase e Goldman Sachs, rispettivamente la prima e la sesta banca a stelle e strisce sulla base degli asset a bilancio. La prima ha chiuso il quarto trimestre del 2012 con 5,69 miliardi di dollari di utile netto, il 53% in più di un anno prima, portando il risultato netto dell’intero 2012 all’astronomica cifra di 21,3 miliardi di dollari, la seconda ha quasi triplicato gli utili negli ultimi tre mesi dello scorso anno, 2,89 miliardi contro gli 1,01 miliardi segnati l’anno prima.
Soddisfazione da parte di analisti e investitori, anche se Wall Street per ora non festeggia con gli indici che si muovono attorno ai livelli delle ultime due sedute, mantenendosi peraltro a un passo dai massimi degli ultimi 5 anni. In ogni caso, per gli azionisti è un momento magico: Jp Morgan Chase in tre mesi ha portato a casa 1,39 dollari di utile per azione contro i 90 centesimi a titolo di un anno prima ed un attesa media attorno a 1,22 dollari per azione, Goldman Sachs ha guadagnato 5,60 dollari per azione ordinaria (da 1,84 dollari dell’ultimo trimestre del 2011), contro attese medie pari a un utile di 3,86 dollari per azione.
Risultati ancor più impressionanti se si pensa che, nel caso di Jp Morgan Chase, la banca aveva accusato nel corso dell’anno la maggiore perdita su trading di sempre (sul portafoglio Cio gestito a Londra), dovendo poi pagare alcune sanzioni per non aver contabilizzato correttamente perdite su derivati. Errori che sono costati al gruppo oltre 6,2 miliardi di dollari nei primi nove mesi dell’anno e al Ceo Jamie Dimon un taglio pari a metà della sua paga, calata a “soli” 11,5 milioni di dollari contro i 23 milioni messi in tasca l’anno prima dato che “Mr Dimon è apparso il responsabile ultimo degli errori che hanno portato alla perdita nel Cio ed ha accettato le proprie responsabilità”.