Lavoro, Landini (Fiom): Renzi la smetta di raccontare balle
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Maurizio Landini tira dritto per la sua strada e conferma l'intenzione di lavorare a un referendum abrogativo del Jobs Act. Il segretario generale della Fiom, intervistato da Affaritaliani.it, spiega: "C'è un documento ufficiale, votato dal direttivo della Cgil, che dice che sarà predisposta una proposta di un nuovo statuto dei lavoratori su cui raccogliere le firme come progetto di legge di iniziativa popolare da presentare in Parlamento. E lo stesso documento dice che la Cgil, successivamente, valuterà e farà deciderà dai propri iscritti anche la possibilità di fare un referendum o più referendum abrogativi". Landini aggiunge: "C'è poi un documento, votato dall'assemblea nazionale della Fiom-Cgil, che dice che, oltre a condividere questa proposta della Cgil, si condivide anche la scelta di ricorrere al referendum. Quindi ci sono atti concreti che nei prossimi mesi si valuteranno e si metteranno in campo".
Il leader della Fiom commenta poi i recenti dati Istat che hanno registrato un rialzo della disoccupazione in Italia. "La situazione è difficile, ma sono dati che tutti sapevano e quindi è bene non raccontare balle. Per creare posti di lavoro aggiuntivi serve una ripresa vera degli investimenti, sia pubblici che privati, non semplicemente qualche annuncio". E ancora: "Il Jobs Act toglie diritti e rende più facili i licenziamenti. Naturalmente, tra le aziende che fanno assunzioni, dando loro dei soldi, ci sarà chi fa assunzioni sostituendo anche forme di lavoro che già c'erano. Questo è quello che avverrà maggiormente".
"Del resto - argomenta Landini - già nelle prime 79mila assunzioni, se andiamo a vedere bene i dati nel dettaglio, l'80% di queste erano rapporti di lavoro già in essere e che semplicemente sono stati cambiati perché le imprese prendono i soldi. Il punto vero è che le imprese che sono in crisi e in cassa, e purtroppo sono ancora tante, finché non avranno da lavorare non faranno particolari assunzioni. Il problema rimane per me quello di far ripartire gli investimenti, da un alto, e dall'altro di ridurre l'età pensionabile e di incentivare la riduzione d'orario".