
Promesse e stoccate: Sergio Marchionne assicura che Fiat garantirà "il pieno impiego per tutti i lavoratori" degli impianti entro 3 o 4 anni. L'amministratore delegato del Lingotto, intervenuto durante il Quattroruote Day, ha anche colto l'occasione di scagliarsi contro i politici. "Le loro dichiarazioni su Melfi", costretto a due anni di cassa integrazione, "sono state oscene". "Io non faccio i panini - ha aggiunto Marchionne - devo cambiare i macchinari, le installazioni e i robot, devo cambiare tutto. Può darsi che i politici non abbiano capito bene di cosa stavano parlando".
L'ad porta l'esempio dello stabilimento americano di Toledo: "E' stato chiuso per un anno, è assolutamente normale. Uno che capisce un minimo sa benissimo che per passare da una vettura all'altra devo ristrutturare lo stabilimento, non ho scelta". Quanto ai rapporti con la politica, Marchionne ribadisce che "Fiat è filogovernativa, non abbiamo mai fatto scelte, non entriamo in discorsi politici perché non è il mio mestiere. So benissimo quel che e' necessario per far ripartire Fiat, per adeguarci alla richiesta mondiale di competitivita'. Collettivamente ci dobbiamo prendere un impegno per colmare questo divario di competitivita'".
Marchionne ha rivendicato la sua linea, confermando che "se Fiat può investire in Italia è soltanto grazie all'integrazione con Chrysler". Il manager ha descritto il rapporto tra la casa torinese e l'Italia come quello tra "padre e figlio", che "a volte non si riconoscono". Un rapporto che però, negli ultimi mesi, sembra essere più pacifico, come testimonia anche un altro obiettivo: "Alla fine del mese saranno resi noti i progetti dello stabilimento piemontese di Grugliasco.
Guardando appena oltre, Marchionne ha confermato di puntare sul mercato cinese: "Entro 18 mesi saranno prodotte centomila Jeep nello stabilimento di Guangzhou".