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Economia
Masucci, resilienza, ripartenza e unità i messaggi della Naples Shipping Week

I nuovi scenari del trasporto via mare dal punto di vista logistico ed economico. L’energia innovativa in un’ottica di puro mercato. Le risorse da spendere per rendere la navigazione sempre più competitiva e sicura. Il ruolo dei Paesi mediterranei che scontano il maggiore gap infrastrutturale.  Sono alcuni dei temi della Naples Shipping Week, la rassegna internazionale organizzata dal Propeller Clubs Port of Naples, guidato da Umberto Masucci,  e da ClickUtility team che apre i battenti il prossimo 28 settembre (Stazione marittima) per chiuderli il 3 ottobre.  

Presidente Masucci, qual è il messaggio che parte da Napoli? “Abbiamo deciso di mantenere nel 2020 la IV edizione della Naples Shipping Week come grande segnale di resilienza e ripartenza di tutto il cluster marittimo. Nell’ambito dello shipping ci sono settori che hanno sofferto, come la catena logistica. Adesso stanno ripartendo, così come sta lentamente allentando la crisi l’economia portuale. Ci sono ingenti risorse fianziarie da sfruttare, soprattutto per i collegamenti logistici e ferroviari che sono fondamentali per il rilancio del settore e del Sistema Italia”.

Presidente, perchè la Nsw è importante per i paesi mediterranei? “La NSW è gemellata con la Genoa Shipping Week con cui si alterna ogni due anni.La manifestazione napoletana è ovviamente maggiormente incentrata per evidenti ragioni geografiche e logistiche sul Mediterraneo in quanto Napoli e la Campania rappresentano una centralità positiva nel Mare Nostrum. Durante la nostra manifestazione Napoli è un punto di incontro per il cluster marittimo portuale italiano e mediterraneo.Quest’anno poi la Naples Shipping Week, a causa della pandemia, sarà declinata in due modalità, quella fisica con presenze limitate e contingentate (la manifestazione sarà organizzata nel massimo rispetto delle normative sanitarie in atto) e quella via web grazie ad una trasmissione in live streaming che consentirà una visione globale degli eventi”. 

Lei è anche presidente del Fondo F2i. Holding Portuale. Cosa spinge un Fondo ad investire in infrastrutture portuali? “Ormai da qualche anno assistiamo anche in Italia all’acquisizione di terminal portuali da parte dei Fondi italiani e stranieri.Questo fenomeno si spiega a mio avviso per vari motivi.  A 25 anni dalla legge di riforma portuale del 1994 quando ,nella fase di “privatizzazione” dei porti ,molti agenti marittimi,imprese di imbarco e sbarco ,spedizionieri assunsero il ruolo di terminalisti,oggi siamo in presenza di cambi generazionali,globalizzazioni,necessità di maggiori investimenti importanti e molte aziende familiari si sono aperte al mondo dei Fondi. Per i Fondi poi le infrastrutture portuali sono una importante opportunità di investimento anche perché legate ad un sistema di concessioni che garantisce, a fronte di idonei investimenti e di forza lavoro,una durata nel tempo dell’investimento”.

 

 

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