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Economia
Moda 2020, il fatturato crolla del 23%: ritorno ai livelli pre-Covid nel 2023
Moncler 1952

Moda 2020, in Europa battuta d'arresto senza precedenti 

Per i maggiori player mondiali del mondo della moda il 2020 è un anno da dimenticare. I dati dei primi nove mesi, registrati dal nuovo report di Mediobanca, segnano una riduzione del giro d’affari cinque volte maggiore di quella registrata dalla grande industria. Il mercato europeo ha registrato un calo del 23,7%, fortemente penalizzato dal blocco dei flussi turistici, mentre quello asiatico ha visto un calo più contenuto del 10,1%, escludendo il Giappone. In tutte le aree geografiche le vendite online hanno avuto un’accelerazione a doppia cifra, mediamente del +60%. Al primo posto per giro d’affari tra i colossi mondiali c’è LVMH  con 53,7 miliardi: molto distanti Nike con 33,3 miliardi, Inditex con 28,3 miliardi, che controlla Zara, la tedesca Adidas con 23,6 miliardi. Prima tra gli italiani Prada con 3,2mld, al 34esimo posto in classifica.

Moda, la situazione in Italia 

Secondo il report, l'Italia è il Paese in Europa con più gruppi nel settore della moda con oltre 1 miliardo di ricavi, ma la Francia è quella che fattura di più. "Nel 2019 gli 80 maggiori player mondiali del fashion, con un giro d’affari superiore a 1 miliardo hanno fatturato 471mld (+26,5% sul 2015 e +4,9% sul 2018), di cui il 56% generato dai gruppi europei e il 34% dai nordamericani. Fra i 38 gruppi europei, l’Italia con le sue big 10– spiega la ricerca– è il paese più rappresentato a livello numerico, ma è la Francia, con una quota del 36% del fatturato aggregato, ad aggiudicarsi il primato per giro d’affari". 

La situazione emergenziale causata dal Covid-19, secondo lo studio di Mediobanca, impatterà per circa il 23% sul giro d'affari delle società con un fatturato di oltre 100 milioni del settore moda italiano. Guardando al futuro, Mediobanca vede una ripresa a partire dal 2021 con un raggiungimento dei livelli pre-crisi previsto nel 2023. Il 2020 rappresenta una battuta d'arresto dopo anni di crescita: nel 2019 il settore moda italiano ha registrato un giro d’affari totale di 71,1mld con un +20,8% sul 2015, una crescita media annua delle vendite nel 2015-2019 del 4,8%. Cresce anche il peso del comparto sul Pil nazionale: 1,2%, contro l’1,0% del 2015. Tra i settori spicca l'abbigliamento, che da solo determina il 42,9% dei ricavi aggregati, seguito dalla pelletteria (26,1%).

Moda, la media annuale delle vendite

Quanto alla crescita media annua delle vendite nel 2015-2019 si distingue, invece, la gioielleria con +10,3%, seguita dal comparto pelli, cuoio e calzature con +7,8%. Si conferma importante la presenza di gruppi stranieri nella moda italiana: 71 delle 177 aziende hanno una proprietà straniera e controllano il 37,2% del fatturato aggregato: il 17,3% è francese, fra cui Kering con il 7,3% e LVMH con il 6,5%. La proiezione internazionale, evidenzia Mediobanca, è una delle caratteristiche più rappresentative delle società manifatturiere della moda italiana: il 66,5% del fatturato complessivo proviene, infatti, dall’estero, con in testa il tessile che registra un +72,8%. Cresce anche l’occupazione, con più di 43.700 nuovi addetti con +16,9% sul 2015, per una forza lavoro totale di 303mila unità a fine 2019. Bene soprattutto la gioielleria, che segna un +45,0% sul 2015 e il comparto pelli, cuoio e calzature con un +28,7%.

 

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