Monti ha abbandonato da un pezzo il riserbo da presidente del Consiglio. Ormai lanciato in piena campagna elettorrale, si prende la libertà di dire quello che ha sempre pensato ma che, da premier, doveva tacere. La riforma del mercato del lavoro, ha affermato, "non è andata avanti abbastanza" perché un sindacato "ha decisamente resistito al cambiamento".
Un'affermazione che, dal palcoscenico internazionale di Davos, accusa la Cgil, colpevole di essersi "mostrata resistente anche a un recente accordo sulla produttività mentre c'e bisogno di cambiare questa cultura". Dietro la frase di Monti c'è però anche l'ammissione che la rifoma del lavoro "non è andata avanti abbastanza".