
Osservando il caso Mps, anche gli economisti classici capitanati da Adam Smith che avevano teorizzato l'homo oeconomicus avrebbero fatto difficoltà a capire la ratio delle scelte finanziarie di Palazzo Sansedoni nella gestione del business bancario dopo la famigerata acquisizione di AntonVeneta. Dissennati acquisti di derivati e di complessi prodotti strutturati che avvenivano in tutta autonomia fra una ristretta elite di broker della City londinese dove, secondo le ricostruzioni, agiva indisturbato l'ex capo della Finanza del Montepaschi Gianluca Baldassarri.
Dov'era finita la razionalità che spinge un soggetto economico, in questo caso la più antica banca del mondo, a massimizzare il proprio ritorno?
A ben guardare però come agiva nelle compravendite sui mercati la struttura del Monte ora incriminata, i sacri dettami della letteratura rimangono tali e non scalfiti. Secondo quanto rivelano alcune fonti finanziarie, Baldassarri e soci decidevano in piena autonomia non in base all'economicità delle operazioni, ma in base a favori ricevuti. Insomma, pura irrazionalità per la banca nel suo complesso, ma sempre ferrea logica per massimizzare il proprio ritorno per l'homo oeconomicus Baldassarri. Smith e compagni non sbagliano mai. Piccola consolazione in questo ennesimo scandalo della finanza italiana.