Piano casa/ Berlusconi torna all'attacco: "Preferiremmo il decreto". Si va verso il compromesso con un atto d'indirizzo
Ieri il provvedimento d'urgenza sul piano casa, come anticipato da Affaritaliani.it, era stato accantonato dal governo che aveva preso invece in considerazione il varo un disegno di legge e non un decreto. Alla base della decisione del premier Silvio Berlusconi c'erano sono sia i dubbi del Quirinale, sia la posizione ferma delle Regioni sia il pressing di Umberto Bossi affinché il governo trovi un accordo con gli Enti Locali.
E infatti dalle Regioni era arrivato un no secco alla possibilità che il piano casa sia un decreto e un sì alla concertazione per trovare soluzioni condivise sul piano degli investimenti e della velocizzazione delle procedure nel settori dell'edilizia.
Ieri il presidente del Consiglio aveva anche sottolineato gli effetti del progetto: se solo il 10% delle famiglie proprietarie di mono o bifamiliari facesse lavori di ampliamento, si attiverebbero dai 50-60 miliardi di giro di affari, avrebbe spiegato alle Regioni. E assicurato che intende muoversi in accordo con le Regioni.
Quanto ai tempi, "Essendoci dati con le regioni un percorso di confronto fino a martedi', e' evidente che il Consiglio dei Ministri di venerdi' non approverà nulla", aveva spiegato il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, al termine dell'incontro con le regioni a Palazzo Chigi.



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