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Economia
Pil, il caso dell'Irlanda stupisce: è l'unico paese che cresce nell'Ue

Il caso del Pil irlandese:  la pandemia non arresta la crescita. Col +3%, eccezione Ue

L'Irlanda è l'unico Paese Ue a chiudere il 2020 con un Pil in crescita. E' quanto emerge dalle previsioni economiche invernali della Commissione europea che stimano la performance di Dublino a un +3% tondo, sola eccezione nella lunga lista di segni meno pubblicata da Palazzo Berlaymont. L'annus horribilis della pandemia non è dunque riuscito a fermare la crescita irlandese, che nei tre anni precedenti ha sempre registrato tassi ben al di sopra del 5%. La previsione di oggi segna, inoltre, un netto ribaltamento delle stime Ue, che solo lo scorso 5 novembre segnavano una recessione pari al 2,3% per la Repubblica d'Irlanda.

Il successo dell'isola è sostenuto, scrive la Commissione nelle sue previsioni, "dalle esportazioni di società multinazionali specializzate in apparecchiature mediche, prodotti farmaceutici e servizi informatici". "Ma questa non è una novità", fa notare una funzionaria Ue guardando all'andamento del Pil degli ultimi anni. 

"Nel terzo trimestre, la crescita è stata molto forte poiché i consumi privati e gli investimenti interni sono rimbalzati dopo la revoca delle restrizioni legate alla pandemia", si legge ancora nelle previsioni di Bruxelles che- per dirla tutta - ha segnato performance molto positive nel periodo estivo un po' in tutto il continente. Ma a trainare nuovamente la crescita irlandese è stata anche "la revoca delle restrizioni nel periodo che precede il Natale" che "ha aiutato il commercio al dettaglio", precisa l'Ue. A rendere ancora più inaspettata la crescita irlandese è il contesto commerciale e geopolitico in cui si trova l'Isola, quasi a metà strada tra il Regno Unito fuori dal mercato unico e l'Europa continentale.

"Grazie all'accordo di libero scambio Ue-RegnoUnito - si legge nelle previsioni - la perdita di scambi commerciali e di crescita del Pil per l'Irlanda dovrebbero essere inferiori rispetto a quanto previsto nelle previsioni d'autunno della Commissione" che prendevano in esame lo scenario 'no-deal', ritenuto il più probabile fino all'accordo raggiunto in extremis lo scorso 24 dicembre.

Scongiurati i rischi legati alla Brexit, le uniche incognite sul futuro dell'economia irlandese riguardano direttamente i suoi punti di forza. "I rischi specifici per le prospettive economiche dell'Irlanda - scrive la Commissione - sono legati ai cambiamenti nel contesto fiscale internazionale e alle attività delle multinazionali registrate in Irlanda, che potrebbero spostare la crescita del Pil in entrambe le direzioni". Vale a dire che se gli Stati Ue, da soli o nel contesto dei negoziati in sede Ocse, dovessero approvare un nuovo sistema di tassazione delle grandi imprese del web che operano in Europa grazie alla sede legale in Irlanda, forse qualcosa potrebbe cambiare. Lo stesso vale per le altre grandi multinazionali che oggi beneficiano dei vantaggi del fisco 'light' irlandese, impinguando le casse di Dublino.

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