
Mediaset di nuovo sulle montagne russe in Borsa, dove il titolo ha aperto stamane in battuta finendo sospeso al rialzo, per poi toccare un picco a 2,164 euro per azione, in rialzo di oltre l'11% rispetto a ieri e del 24% circa rispetto alla chiusura di mercoledì sera, prima di ridiscendere appena sopra i 2 euro per lo scattare delle prime prese di beneficio, conservando peraltro un incremento del 7% rispetto alla chiusura di ieri e del 17% rispetto a soli due giorni fa.
Un movimento violento e apparentemente inspiegabile, visto che nessun annuncio o dato fondamentale è stato reso noto in questi ultimi giorni né dal gruppo italiano né da altri concorrenti internazionali che potesse modificare i "fondamentali" sul titolo e sul settore. In verità l'unica notizia è quella del miglioramento del giudizio di Credit Suisse, che ieri ha alzato da "underperform" (farà peggio del mercato) a "outperform" (farà meglio del mercato) il giudizio sul titolo, portando il target price a 12 mesi a 2,65 euro. Può bastare questo a spiegare lo strappo di un titolo che dai minimi dello scorso 16 novembre (1,166 euro) ha già recuperato oltre il 75% contro un indice di Borsa che nello stesso tempo è salito sì, ma meno del 20%?
No, secondo la maggioranza degli intermediari contattati da Affaritaliani, che semmai sottolineano come oltre al "rischio Italia", a cui Mediaset è tra i titoli più sensibili a Piazza Affari e che dunque ha favorito il rimbalzo (in questi mesi gli asset "a rischio" del Sud Europa, spagnoli e italiani in particolare, hanno recuperato ampiamente terreno, fossero essi buoni del tesoro, obbligazioni societarie o azioni), il titolo beneficia delle attese che in questi giorni sono andate consolidandosi di una ripresa economica mondiale più ampia e rapida di quanto previsto fino a qualche settimana fa, anche in Europa e in Italia.
Essendo un "early cyclical" ossia un gruppo impegnato in un business (la raccolta pubblicitaria) che tende a ripartire prima degli altri, Mediaset ha potuto accendere i motori, tornando a raccogliere giudizi positivi come quello del broker svizzero. Ma la vera ragione di quest'ultimo strappo sarebbe ancora un'altra. Secondo gli ultimi sondaggi, infatti, Silvio Berlusconi, fondatore del Pdl e azionista di controllo di Mediaset, starebbe recuperando rapidamente il divario che lo separa dal suo avversario principale, il Pd di Pierluigi Bersani, avendo ormai superato il suo successore a Palazzo Chigi, Mario Monti, e il "centrino" che lo sostiene in questa campagna elettorale.