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Economia
Ponte Morandi, "Ai Benetton 200 mln subito dopo il crollo, se si scopre..."

Ponte Morandi, "Se viene fuori che i Benetton si sono distribuiti 200 mln..."

Dalle intercettazioni depositate dalla Procura di Genova guidata da Franco Cozzi, nei vari filoni del procedimento avviato dopo il crollo del Ponte Morandi appare un quadro chiaro della situazione. Un ritratto autentico lo forniscono, alcune conversazioni registrate dalla Guardia di finanza, discorsi proferiti da membri della famiglia o dagli uomini a loro più vicini (tutti, precisiamo, non indagati), a partire dal top manager Gianni Mion. È il 31 dicembre del 2018, da quattro mesi è crollato il viadotto sul Polcevera, gestito da Autostrade per l'Italia (Aspi).  Al telefono con Fabio Cerchiai, presidente di Atlantia (la controllante di Aspi), il 3 gennaio 2020, Mion finisce per restituire un desolante ritratto dell'intero management della società.

"Non son boni [...] - si legge su Panorama - francamente, insomma la patente di incapaci l'abbiamo già portata a casa, no? Sul dossier Autostrade, Alessandro fa lo scaricabarile: [...] non me ne occupo e sono cazzi loro, ci sono i miei cugini. L'imprenditore ritiene ci sia una sola via d'uscita: [...] c'è un problema di credibilità compromessa che non è recuperabile... ok? [...] per salvare Atlantia noi dovremmo uscire da Aspi.... Ma come si fa a rinunciare alla gallina dalle uova d'oro? Sono proprio i dividendi, a un certo punto, a imbarazzare Ermanno Boffa, consigliere d'amministrazione di Atlantia e marito di Sabrina Benetton (uscita dal cda pochi giorni fa, per essere stata sottoposta a pressioni di ogni tipo, dopo la tragedia del Morandi).

Nel 2020, - prosegue Panorama - al telefono con Mion, Boffa sottolinea che sarebbe devastante se venisse fuori che i Benetton si sono distribuiti 200 milioni di euro nel loro momento peggiore, cioè successivamente alla strage sul Polcevera. Ecco perché, tra i bersagli della vis polemica di Mion, figurano i grillini, tifosi sfegatati della revoca delle concessioni: "Pensavano che bastasse parlare del ponte e di Benetton e si aumentavano i voti del 15 per cento... non mi sembra che abbiano avuto il 15 per cento in più dei voti e anche lì si conferma che tutto sto battage che hanno montato, anche in termini elettorali, non gli porta assolutamente niente, perché la gente ha capito che è tutta una stronzata".

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