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La recessione che caratterizzerà quest'anno l'Eurozona sarà molto più profonda di quanto previsto e, di riflesso, la situazione nel mercato del lavoro sarà molto più critica. Secondo l'Ocse, la crescita del Pil, che lo scorso anno è stata negativa per lo 0,5% (rivisto da -0,4%), quest'anno dovrebbe scendere dello 0,6% (contro -0,1% indicato in precedenza). Il peggioramento si rifletterà anche nel trend atteso per il 2014, quando il Pil è previsto crescere solo dell'1,1% e non più dell'1,3% come stimato in novembre. Il tasso di disoccupazione, attestatosi sull'11,2% nel 2012 (dato rivisto dall'iniziale 11,1%), dovrebbe salire quest'anno al 12,1% (11,9% nelle stime di novembre) e poi al 12,3% (corretto da 12%) nel 2014. Le difficoltà congiunturali agevolano il contenimento delle tensioni sui prezzi. L'inflazione è infatti attesa rallentare quest'anno all'1,5% (1,6 nelle precedenti stime) dal 2,5% del 2012 (2,4%) e all'1,2% (confermato) nel prossimo anno. In questo scenario, aggiunge il rapporto, "la Germania è la principale eccezione, con una ripresa già in corso".

L'area euro ha bisogno di una politica monetaria ancora più accomodante, "con tassi di interesse ridotti il più possibile e acquisti di asset condotti in modo coerente con la natura" dell'unione monetaria scrive ancora l'Ocse. "La Bce ha abbassato in modo appropriato i suoi tassi e si è impegnata a mantenere un atteggiamento accomodante fino a quando sarà necessario, ma si può fare di più con ulteriori misure non convenzionali", scrive il capo economista dell'Ocse, Pier Carlo Padoan, nella sua introduzione all'Outlook: "Inoltre - aggiunge - sono necessari progressi nel riassetto del settore finanziario per garantire che l'impatto della politica monetaria sia trasmesso in modo uniforme all'economia reale. Con la debolezza persistente, agli stabilizzatori automatici dev'essere consentito di operare liberamente".

Sono molteplici le velocità a cui avanza la ripresa nell'area Ocse: gli Stati Uniti crescono più rapidamente degli altri, il Giappone segna un'accelerazione grazie al nuovo corso di politica economica, mentre l'area euro nel suo insieme resta "molto debole". L'Ocse prevede una crescita complessiva dei 34 paesi membri dell'1,2% nel 2013, un pò più lenta rispetto al pronostico di sei mesi fa (+1,4%), ma conferma la stime di +2,3% per il 2014. Per gli Usa, che "stanno iniziando a raccogliere i frutti del significativo aggiustamento che ha corretto gli squilibri ante-crisi", le previsioni puntano a +1,9% (da +2%) quest'anno e +2,8% il prossimo. A spingere la ripresa è la combinazione di "un settore finanziario rimesso a posto e di un revival della fiducia", cui contribuiscono l'aumento dell'occupazione e la ripresa del mercato immobiliare.

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