
Il redditometro consentirà di potenziare da subito la strategia della lotta all'evasione. Lo ha sottolineato il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, in occasione di un convegno sull'anagrafe tributaria. "La strategia (di lotta all'evasione, ndr) verra' potenziata nell'immediato con il redditometro", ha spiegato Befera precisando che per le persone fisiche "l'analisi dell'infedelta' fiscale si concentrata sulla compatibilita' tra reddito consumato e dichiarato".
"Il redditometro - ha osservato Befera - e' uno strumento che a differenza del passato abbandona il ricorso alla presunzione di disponibilita' di pochi beni e si concentra sulla spesa effettiva del contribuente che ha un reddito non adeguato a supportarla". Il direttore dell'Agenzia delle Entrate ha ricordato che saranno create "liste selettive di contribuenti da sottoporre a controllo". Altro strumento citato da Befera e' quello dell'anagrafe dei conti bancari che sara' utilizzato, ha spiegato, nel rispetto degli standard di sicurezza e della privacy.
Se molti contribuenti sono intimoriti dai possibili effetti del redditometro, ci sono due elementi che potrebbero rappresntare un efficace "calmante": da una parte le stime che prevedono un incasso di poco superiore agli 800 milioni, un dato tutto sommato limitato e che testimonierebbe un parziale "flop" dello strumento. Dall'altra c'è l'atteggiamento della Corte dei Conti che vigilerà sul Redditometro per impedire "la proliferazine di banche-dati". Lo ha sottolineato il presidente della Corte, Luigi Giampaolino, in occasione della presentazione del rapporto conclusione della Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria. Giampaolino ha segnalato alcuni limiti che emergono dal documento come "la difficolta' a integrare i sistemi centrali e territoriali realizzando una piena cooperazione informatica", "la scarsa utilizzazione delle informazioni disponibili" e "l'esigenza di un concreto scambio bidirezionale tra i sistemi".