di Marco Volpati
Che il redditometro sia impopolare è pacifico, tanto che ne disconoscono la paternità destra, sinistra e anche Monti neoleader del centro. Non piace alla stragrande maggioranza degli Italiani, anche se i sondaggi mostrano che una maggioranza altrettanto grande è convinta che bisogna stanare gli evasori che ci scippano 120 miliardi l’anno. Dunque gli Italiani sono contraddittori o addirittura schizofrenici? Niente affatto. Hanno capito che il redditometro, se applicato, metterà in croce i poveri cristi mentre gli evasori sghignazzeranno.

Anche perché, se finiranno nel mirino tutte le spese, comprese quelle sanitarie, l’effetto sarà l’opposto di quello ricercato. Prendiamo una coppia di anziani pensionati; non al minimo, pensionati senza troppi problemi di sopravvivenza. Insieme potrebbero avere un’entrata (lorda) di 30.000 euro l’anno, che corrisponde ad una disponibilità netta di circa 2000 euro al mese. Non c’è da scialare, ma si campa discretamente (soprattutto se si ha la casa di proprietà). Se però quei due vecchietti avessero spese mediche elevate, potrebbero finire nei guai. Considerato quel che costano certi lavori dei dentisti, spendere qualche migliaio di euro è più che facile.
E il dentista, se non fosse un contribuente integerrimo, potrebbe proporre loro di fatturare solo un quarto della spesa, con la motivazione che così non si sveglierebbe il redditometro. Se poi quei coniugi dovessero fare qualche lavoro in casa (per esempio eliminare la vasca da bagno che comporta pericoli di caduta, e trasformarla in doccia)? Da un lato il fisco li alletta con una detrazione che arriva al 50 per cento della spesa documenta; dall’altro potrebbe considerare “eccedente” proprio quella spesa. Scommettiamo che la documentazione si ridurrà di valore per effetto del redditometro? Ecco perché “viva il redditometro” equivale a “viva il nero”. Con gli evasori abituali che ringraziano.