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Economia
Redditometro: Lega, FI e 5S pronti alla lotta al nuovo decreto
(fonte Lapresse)

La “pax draghiana” mette la mordacchia a gran parte delle polemiche e dei malumori interni alla maggioranza. Così, anche un dossier spinoso come quello del nuovo redditometro naviga sottotraccia, almeno per adesso. Da quando, giovedì scorso, è stato messo in consultazione dal Mef il decreto che dovrebbe indicare i nuovi criteri sintetici e “induttivi” per determinare la capacità fiscale dei cittadini, nessuno nei partiti del centrodestra di governo, se si esclude la presidente dei senatori di Fi, Anna Maria Bernini, ha alzato la voce in nome della lotta a un meccanismo che quell’area politica tradizionalmente considera occhiuto e colpevolizzante nei confronti del contribuente. Ciò malgrado i giornali d’area si siano subito scatenati e Fratelli d’Italia, dall’opposizione, abbia già abbassato l’elmetto contro il presunto Leviatano fiscale.

Il decreto in sostanza dice che la capacità contributiva sarà delineata valutando le spese che caratterizzano i vari aspetti della vita quotidiana. Le quattro macrocategorie sono: consumi (generi alimentari, bevande, abbigliamento e calzature; abitazione; energia e combustibili; mobili, elettrodomestici e servizi per la casa; sanità; trasporti; comunicazioni; istruzione; tempo libero, cultura e giochi; altri beni e servizi); investimenti (immobiliari e mobiliari); risparmio; spese per trasferimenti. 

Naturalmente, il vaglio deve tenere conto della composizione, anche anagrafica, del nucleo familiare e del territorio di appartenenza. I periodi di imposta presi in considerazione partono dal 2016 in avanti e i controlli scattano quando l’analisi delle spese indica uno scostamento di almeno un quinto rispetto ai redditi dichiarati.

A quel punto tocca al cittadino dimostrare che le spese sono giustificate da redditi diversi da quelli percepiti in quel periodo di imposta, magari provenienti da soggetti terzi oppure esenti o in ogni caso legalmente esclusi dalla base imponibile. Il decreto rimarrà in consultazione fino al 15 luglio per consentire agli stakeholder interessati, associazioni dei consumatori in testa, di elaborare le proprie deduzioni. Per la verità, in passato il redditometro si è sempre rivelato macchinoso, difficile da applicare su larga e scala e quindi poco utile e incisivo.

Secondo molti esperti, peraltro, lo strumento appare superato alla luce della forte digitalizzazione del settore fiscale. Tuttavia, il nuovo decreto rischia di trasformarsi in un altro elemento di tensione politica all’interno di una maggioranza così vasta e variegata. Tra l’altro, arriva proprio nel momento in cui si avvicina alla finalizzazione il lavoro sul riassetto complessivo del fisco: una di quelle riforme non direttamente attinenti al Pnrr e tuttavia molto importanti perché considerate “di contesto”.

La Lega, non a caso, alza subito le barricate e il deputato del Carroccio Alberto Luigi Gusmeroli, vicepresidente della Commissione Finanze, ad Affaritaliani.it spiega: “Negli ultimi 30 anni l’evasione è stata combattuta nei modi più diversi: il redditometro, i blitz a Cortina, la legge per le manette agli evasori. Non funzionano, perché non intervengono sulla semplificazione del sistema e sull’abbassamento delle imposte. Ecco perché nella riforma del fisco noi puntiamo su due concetti: semplicità e meno tasse. Solo così si favorisce la compliance spontanea”.

(Segue...)

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