Riunioni di alto livello in Mediobanca sul fronte Telecom Italia, all'inizio di un periodo cruciale per il futuro della compagnia telefonica in vista del cda del 3 ottobre e del 28 settembre, giorno in cui si chiudera' la finestra per sciogliere Telco, la holding che controlla il 22,5% di Telecom Italia.
In sede c'e' stato, per circa 40 minuti (dalle 17:00 alle 17:40), Gaetano Micciche', consigliere di Telecom e direttore generale di Intesa Sanpaolo, l'istituto azionista di Telco. In sede anche il notaio Piergaetano Marchetti, e Gabriele Galateri (dalle 17:10 alle 17:45), consigliere di Telecom e presidente di Generali, a sua volta azionista di Telco. Presente anche il vice presidente di Generali, Francesco Gaetano Caltagirone, uscito dalla sede di piazzetta Cuccia, dopo circa un'ora, alle 16:45. Alle 17:30 e' entrato nel quartier generale di Mediobanca anche Marco Fossati, azionista con il 5% circa di Telecom Italia tramite la holding Findim. In sede infine, anche il consigliere di Mediobanca, Elisabetta Magistretti.
Intanto, in borsa il titolo sale ancora (+3,42%) sulla scia delle voci che danno ora Telefonica (che preparerebbe un rilancio sulle quote Telco e potrebbe prendere il controllo del gruppo già questa settimana) ora AT&T (da sempre interessata a sbarcare sul mercato europeo).
E, in seguito alle tante voci, è inervenuto l’amministratore delegato, Marco Patuano, per rassicurare: "Non sono intenzionato a licenziare proprio nessuno", ma serve "un modello sostenibile nel lungo termine, che favorisca gli investimenti e quindi regole stabili pro-competitive e pro-investimenti".
Quanto allo scorporo della Rete, "se Telecom non lo propone come iniziativa volontaria forse dovremmo avviare i dovuti approfondimenti per accertare la sussistenza delle condizioni per imporlo come rimedio a garanzia della parita' di accesso", ha avvertito il commissario dell'Agcom, Antonio Preto, nel corso di un convegno. "Siamo convinti della solidita' della nostra posizione. Il Berec conferma che il lavoro dell'Agcom era un lavoro serio".
Immediata la replica di Franco Bernabè, presidente esecutivo di Telecom: "Per procedere a uno scorporo non volontario, cosa che non è prevista da alcuna indicazione normativa a livello europeo, credo che servano motivi di una gravità eccezionale che non esistono assolutamente - aggiunge -. La dichiarazione fatta da Preto non può rispecchiare nè un orientamento della commissaria nè dell’AgCom".