Tim tratta con il fondo KKR. Partner per rilevare Open Fiber. Rumors
Il titolo della compagnia telefonica corre in Borsa
Scatto in Borsa di Tim sulle indiscrezioni di un accordo in dirittura d'arrivo con il fondo di private equity KKR che affiancherebbe il gruppo tlc nell'acquisto di Open Fiber investendo anche nella rete secondaria di Tim. Le azioni salgono del 3% a 0,52 euro. Tim, in contatto da diverse settimane con alcuni dei più importanti fondi infrastrutturali, per accelerare il dossier rete unica in fibra, starebbe finalizzando - secondo fonti di mercato che confermano quanto riportato da Bloomberg - la scelta del partner da alcuni indicato come il fondo infrastrutturale KKR per l'acquisizione di Open Fiber, al fine di realizzare il progetto destinato a creare una infrastruttura di rete unica in fibra auspicata da più parti.
La scelta sarebbe derivata anche per l'intenzione di KKR di investire eventualmente, con una quota di minoranza nella rete secondaria (dai cabinet fino alle abitazioni) che ha valutato tra i 7/7.5 miliardi, come riportato dall'agenzia Usa.
Open Fiber, partecipata al 50% da Enel e al 50% da Cdp Equity, è un operatore infrastrutturale impegnato a realizzare la rete a banda ultralarga in fibra ottica. Nei giorni scorsi il Ceo di Enel Francesco Starace ha ribadito che il gruppo non ha intenzione di cedere la sua quota. E, al di là del supporto di un fondo di private equity come Kkr, perché l'operazione vada in porto è comunque necessario che Tim trovi un accordo con gli azionisti di Open Fiber, Cdp ed Enel. Le negoziazioni vanno avanti da diversi mesi, da quando a giugno dello scorso anno la compagnia telefonica guidata da Luigi Gubitosi e le due società hanno siglato un accordo di riservatezza per discutere la possibile integrazione.
"Gli ostacoli al deal con Open Fiber sarebbero ancora diversi (regolamentari, negoziali) - è il commento di Equita Sim - ma il dossier avrebbe un'inattesa accelerazione e l'ingresso di KKR costituirebbe un passaggio intermedio comunque positivo, in quanto potrebbe fare emergere un ulteriore asset (oltre a Inwit e ai data centers) su cui c'è disallineamento tra multipli del gruppo e multipli degli asset controllati. Una valutazione dell'asset rete a 10 volte il rapporto Enterprise Value/ebitda farebbe emergere circa 3,5 miliardi di extra valore per il gruppo, oltre ad aprire a ipotesi di consolidamento che consentirebbero sinergie di capex".
Le società, Tim e Kkr, contattate, non commentano i rumors di mercato.
Commenti