Tim vola in Borsa: si rincorrono le voci di opa, con il nodo Sarmi-Rossi - Affaritaliani.it

Economia

Tim vola in Borsa: si rincorrono le voci di opa, con il nodo Sarmi-Rossi

di Marco Scotti

Mercoledì 9 novembre consiglio di amministrazione per scegliere il successore di Luca De Meo in cda: chi la spunterà?

C’è però un’ulteriore complicazione. Prende sempre più piede il Progetto Minerva, la strategia ideata dall’attuale sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti che Affaritaliani.it aveva potuto raccontare in esclusiva. Ebbene, l’idea è quello di procedere a uno “spezzatino” dell’azienda e a un delisting che, secondo le stime più ottimistiche, potrebbe aiutare il pil italiano nella misura dell’1% in cinque anni.

A menare le danze dovrebbe essere la Cassa Depositi e Prestiti, che già detiene 1,5 miliardi di azioni di Tim (circa il 9,9%) e che dovrebbe rilevare l’azienda.

Qui però le versioni divergono: come dovrebbe fare? C’è chi dice che si potrebbe procedere con l’opa su tutta l’azienda, che oggi vale poco più di 5,14 miliardi di euro. Ma in quel caso si potrebbe profilare un’azione di responsabilità verso la stessa Cdp (che siede in consiglio di amministrazione di Tim con Giovanni Gorno Tempini, presidente di Via Goito) che avrebbe rifiutato l’offerta di Kkr non più tardi di 12 mesi fa perché ritenuta troppo bassa (era di circa 11 miliardi) per poi farne un’altra “a sconto”.

La seconda possibilità è quella di liquidare Vivendi al prezzo di carico delle azioni – come detto, 2,18 miliardi – e poi procedere con il lancio dell’opa, magari in tandem con Kkr e Macquarie. Infine c’è la possibilità di spacchettare l’azienda, rilevare le sue diverse anime e poi procedere al delisting per metterla al riparo dalle temperie della Borsa, dando un dividendo a tutti gli attuali azionisti e poi procedendo a una nuova governance. In questo modo l’idea di Butti – una rete “italiana, unica e non verticalmente integrata” – verrebbe rispettata.

Certo, il consiglio di amministrazione del 9 novembre sarà anche l’occasione per presentare i conti, che non sono previsti granché positivi. E questo potrebbe portare a ulteriori tensioni sul titolo. Si vedrà, insomma. Certo il futuro dell’ex-Telecom dovrà essere definito in tempi rapidi. Ne va della credibilità dell’azienda e del sistema economico italiano.