
Nuova mission per la Bank of Japan (BoJ) e grossa iniezione di spesa pubblica. Per far uscire il Giappone da anni di deflazione e crescita a singhiozzo, il governo del primo ministro Shinzo Abe ha approvato un pacchetto di stimolo per l'economia da 170 miliardi di euro che dovrebbe dare un impulso del 2% al Pil e generare la creazione di 600mila posti di lavoro.
Abe, inoltre, punta a far sì che la crescita dell'occupazione sia tra gli obiettivi della banca del Giappone dopo che il suo governo ha adottato il più inteso pacchetto di stimolo fiscale dall'inizio della crisi finanziaria.
Sotto l'intesa pressione di Abe, la Banca del Giappone adotterà probabilmente un target di inflazione al 2% nella sua revisione del 21-22 gennaio, raddoppiando l'attuale target, e considererà nuovamente una politica monetaria accomodante, quasi certamente aumentando gli acquisti di asset e debito governativi.
La bilancia corrente del Giappone, normalmente in attivo, è passata a un raro e deciso deficit a novembre, che ha aiutato a spingere lo yen a un minimo da due anni e mezzo sul dollaro e ha messo in luce la necessità di supportare l'economia mentre l'export è debole.
La ricetta di Abe per far uscire il Giappone da anni di deflazione e crescita a singhiozzo è una grande spesa pubblica e acquisti della banca centrale di debito, ci sono però rischi dato che il livello del debito pubblico giapponese è già tra i peggiori delle grandi economie mondiali.
Immediata la reazione dei mercati finanziari. Nel giorno del varo dell'imponente misura di politica economica, la Borsa di Tokyo ha chiuso ai massimi da 23 mesi sospinta soprattutto dalle aziende dedicate all'export che traggono profitto dallo yen debole. L'indice guida Nikkei è avanzato dell'1,4% (148,93 punti) e chiuso a 10.801,57.