
@andreadeugeni
Ma che film ha visto fino ad ora l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti, membro oltretutto di un governo che ancora nel 2011, mentre sui mercati finanziari iniziava la bufera dello spread, negava l'esistenza della crisi?
Intervenendo stamattina alla trasmissione Omnibus su La7, il neoleghista Tremonti ha ricostruito quei concitati momenti dell'estate 2011, spiegando che "il signor Draghi (presidente della Banca Centrale Europea, ndr) con un'azione" che "politicamente" considera "criminale, ha imposto l'anticipo del pareggio di bilancio a un Paese che già aveva un'economia che s'indeboliva. Pareggio di bilancio che era stato pattuito (con l'Ue, ndr) a luglio 2014".
Mah! Una serie di perplessità. La prima: Draghi ha imposto? Innanzitutto, Draghi ha chiesto con una lettera a doppia firma con Jean Claude Trichet di anticipare il percorso di rientro contabile, suggerendo anche una serie di riforme per tranquillizzare i mercati sovraesposti nei confronti del nostro Paese. Non risulta ancora che la Bce abbia poteri coercitivi nei confronti dell'ordinamento italiano simili a quelli delle direttive europee.
La seconda: a luglio 2011, Draghi non era ancora al comando dell'Eurotower, visto che presidente in carica era ancora il francese Trichet. Quindi, casomai, perché Tremonti non parla di Bce, rispolverando forse freudianamente il solito feeling di simpatia che nutre nei confronti di Draghi? Forse, il suo è l'ennesimo attacco politico nei confronti di un economista a lui superiore sui temi economici (Tremonti è avvocato tributarista).
La terza: coerentemente con quanto fatto con le azioni messe in campo fino ad ora a difesa dell'euro (le tre aste di liquidità illimitata Ltro per le banche, le dichiarazioni anti-speculazione e lo scudo anti-spread), la Bce ha cercato di riportare nei binari e risolvere la crisi dell'eurodebito che, proprio per l'assenza di una sana e lungimirante politica economica dei governi passati nel nostro Paese (e Tremonti negli ultimi 19 anni è stato al timone dell'economia per buona parte dei 9 anni di governi Berlusconi), rischiava di far deragliare il progetto della moneta unica e dell'Unione Europea e di far vivere agli italiani un bailout in stile Grecia. E lì sì che sarebbero stati davvero dolori.
Quindi, perché Tremonti, fine intellettuale, non coglie l'occasione per restare nell'immaginario collettivo come uno dei pochi politici italiani considerati autorevoli oltre confine, rimanendo in silenzio? Un bel tacer...