Economia
Trump, Mr Bitcoin, Kenny e May: i protagonisti dell'economia nel 2017
E in Italia? Jean Pier Mustier, Leonardo Del Vecchio e i fratelli Benetton
L’accordo è poi stato trovato a inizio dicembre, con la May che ha dovuto accettare di adempiere a obblighi finanziari per un totale tra i 40 e i 45 miliardi di euro e di garantire la salvaguardia dei diritti speciali di cui godono 4 milioni di cittadini europei residenti in Gran Bretagna.

Alla fine molta della convenienza o meno ad uscire dalla Ue dipenderà da come la May riuscirà a concludere l’accordo commerciale con Bruxelles: sarà tanto fumo per poco arrosto?
Un altro personaggio dell’anno che invece di fumo ne ha fatto veder poco e di risultati concreti parecchi è un francese, a capo di uno dei più grandi gruppi italiani. Jean-Pierre Mustier, ai vertici di Unicredit, ha aperto l’anno chiedendo ai propri azionisti 13 miliardi di euro non per far crescere il perimetro di business ma per poter pulire il bilancio di 17,7 miliardi di crediti deteriorati.
Accanto alla richiesta al mercato, Mustier ha fatto cassa anche cedendo pezzi pregiati come il 65% di FinecoBank, Banca Pekao, Pioneer Investments e un ricco portafoglio di immobili. I risultati si sono però visti e ora Unicredit punta a chiudere l’anno con 4,75 miliardi di utile netto (dagli 1,3 miliardi del 2016) e potrebbe distribuire un dividendo di 0,3 euro per azione per complessivi 670 milioni di euro (poco meno del 15% degli utili, percentuale che potrebbe salire al 20% già dal 2019). Ultimi ma non meno importanti uomini dell’anno sono due imprenditori veneti: Leonardo Del Vecchio sta conducendo in porto la fusione tra la sua Luxottica e la francese Essilor, destinata a creare il nuovo leader mondiale del settore occhialeria-ottica.

Gilberto Benetton, invece, con Atlantia sta cingendo d’assedio la spagnola Abertis, lo stesso gruppo con cui undici anni fa avrebbe dovuto avvenire una fusione che fu invece bocciata dall’allora governo Prodi ed in particolare dal ministro alle Infrastrutture, l’ex pubblico ministero di Mani Pulite, Antonio Di Pietro. Due diverse operazioni, entrambe di respiro europeo, che dimostrano come anche le aziende italiane possano agire da cacciatrici e non si debbano rassegnare a recitare solo il ruolo di prede. Chissà se qualche altro imprenditore o manager farà tesoro della lezione, nel 2018?
Luca Spoldi
