A- A+
Economia
Ubs-Credit Suisse, l'intesa calma le Borse ma non i lavoratori: arrivano tagli

Crisi banche, Ubs acquista Credit Suisse ma preoccupa i clienti il nuovo monopolio bancario 

 

UBS acquista Credit Suisse per 3 miliardi. Lo storico patto, al quale la BCE, la Fed e la Bank of England hanno il via libera, crea una delle più grandi entità in Europa e pone fine alla sfiducia intorno al Credit Suisse . L’operazione pone a zero il valore di bond subordinati (A1) per 16 miliardi di euro. Ma la Banca nazionale saudita e il fondo sovrano del Qatar non perderanno nulla. "Oggi è un giorno triste e difficile per Credit Suisse, per la Svizzera e per i mercati finanziari globali-ha dichiarato il presidente della banca, Axel Lehmann-ma non poteva continuare così”. Curioso che abbia messo tra i responsabili del crollo pure la bufera sui social. Adesso tocca ad UBS salvare qualcuno dopo, nel 2008, si era rialzata da una crisi finanziaria che l’aveva ridotta quasi peggio del Credit Suisse. Credit Suisse era una banca fondata nel 1856 da Alfred Escher per finanziare soprattutto  le ferrovie che il paese non aveva. Ed anche progetti giganteschi come il tunnel del San Gottardo. Ma errori del management in continuo ricambio e scandali pagati con multe milionarie ne avevano fatto uno degli istituti più deboli e a rischio di tutto il sistema bancario dell’Europa.  In cinque anni l’azione ha perso il 90% del valore. Nel 2022 le perdite sono state superiori ai 7 miliardi con previsioni peggiori per il 23.

Crisi banche, il colpo mortale al Credit Suisse dalla Saudi National Bank

L’esplosione è nata in contemporanea alla crisi di SVB e Signature Bank in Usa e dopo un rapporto annuale in cui la banca ha ammesso "punti deboli rilevanti" nei suoi sistemi di controllo . Ma il colpo mortale è arrivato dall’azionista di riferimento, la Saudi National Bank, che ha detto basta al sostegno dopo avere perso oltre 500 milioni in soli 4 mesi. Il capo del governo, Alain Berset, presidente del Consiglio federale svizzero, ha spiegato che il Credit Suisse non poteva camminare da solo ed era indispensabile un intervento rapido a garanzia di stabilità “Abbiamo la responsabilità di fare tutto il possibile per evitare una grave crisi finanziaria mondiale”. Il fallimento è stato evitato dopo un braccio di ferro sul prezzo. La prima offerta di UBS, di 1 miliardo di dollari , è stata ritenuta bassa , ma l’accordo è arrivato con la promessa che gli azionisti riceveranno 9 miliardi garantiti per far fronte alle future perdite che pagheranno per l'acquisto, e la Banca Nazionale Svizzera ha messo loro a disposizione una linea di liquidità di 100 miliardi. Mentre UBS è stato valutato questo venerdì alla chiusura del mercato a 53 miliardi di euro, il suo concorrente aveva una capitalizzazione di circa 7 miliardi e mezzo.

 

Crisi banche, l'accordo dovrebbe calmare i mercati ma non i dipendenti della banca

 

La fine dell'incertezza è un sollievo per i mercati,  ma i rischi di monopolio e di massicci licenziamenti sono abbastanza evidenti. Ridurre a uno il numero delle grandi banche nel paese consentirà a UBS di guidare il mercato svizzero senza opposizione, e nel paese aumentano le preoccupazioni per i clienti alla merce di un solo istituto. Il ministro delle finanze, Karin Keller-Sutter, ha dichiarato di non avere altra scelta "Abbiamo fatto un'eccezione perché si tratta di proteggere i depositi dei risparmiatori". C'è preoccupazione anche tra i lavoratori. Il Credit Suisse contava quasi 17000 dipendenti in Svizzera nel 2022 e oltre 50.500 in tutto il mondo. Non a caso l'Associazione dei dipendenti delle banche svizzere (Aseb) ha chiesto la protezione dei posti di lavoro. Tra i vantaggi dell’operazione per UBS il fattoche "UBS trae vantaggio dall'immagine della Svizzera, dal suo sistema bancario, e se la Svizzera dovesse abbandonare una delle sue due grandi banche, l'altra ne soffrirebbe fatalmente in termini di reputazione e immagine, e la sfiducia si insinuerebbe". Inoltre, il basso prezzo pagato le lascia un ampio margine di manovra per ottenere guadagni dall’acquisto.

 

Crisi banche, "Ubs forte come una roccia", conferma il suo Presidente

 

Per Colm Kelleher, presidente di UBS l'accordo porterà tranquillità ai clienti di Credit Suisse e creerà valore per gli azionisti di UBS. Mentre UBS continuerà a essere “solida come una roccia”. Ma nessuno ha parlato ancora di licenziamenti. La velocità con cui tutto è accaduto ha colto di sorpresa anche i politici svizzeri e la dichiarazioni sono state comuni e dal tono “Non è una novità che il Credit Suisse abbia problemi. È stato impantanato in una crisi di governance per anni. Eppure ci ha sorpreso.  Ha influito il contesto internazionale e tutti i precedenti hanno fatto perdere la fiducia degli investitori abbastanza velocemente”. ll CEO di Credit Suisse, Ulrich Körner, a luglio dell’anno passato aveva chiesto  100 giorni per risanare a banca con massicci licenziamenti (9.000 lavoratori fino al 2025 ), un taglio delle spese del 15% e un aumento di capitale di 4.000 milioni. Ma non è riuscito nell’obiettivo. In quella situazione, doveva essere trovata una soluzione rapida e UBS è emersa come la perfetta via d'uscita: una banca apparentemente sana, che da quando è stata salvata nel 2008 per i mutui subprime è ritornata molto forte guadagnando più di 7 miliardi nel 2022. E pure gli svizzeri vivono momenti difficili.

 

 

Iscriviti alla newsletter
Tags:
bceborsacredit suissefedmutui subprimesvizzeraubs





in evidenza
Lavoro forzato al capolinea: c'è il divieto Ue di vendere merce prodotta con lo sfruttamento

Politica

Lavoro forzato al capolinea: c'è il divieto Ue di vendere merce prodotta con lo sfruttamento


motori
Mitsubishi ASX 2024: si rinnova per conquistare il segmento B-SUV

Mitsubishi ASX 2024: si rinnova per conquistare il segmento B-SUV

Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.