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Economia
UniCredit, Mustier centra il target esodi. Come "dimagrirà" la banca in Italia

A soli sette mesi dal varo del nuovo piano industriale quadriennale “Team23, Jean Pierre Mustier raccoglie il 98% delle adesioni per l'uscita dal perimetro della banca dei 5.200 esuberi fissati nel nuovo accordo di aprile con i sindacati dei bancari che ha abbassato le eccedenze complessive in Italia da 6.000 a 5.200 unità. Numeri che a dicembre avevano fatto scattare le ostilità fra l'amministratore delegato di UniCredit e le associazioni di rappresentanza dei lavoratori dopo che il banchiere francese aveva alzato il velo sul pilastro del piano che prevede a regime risparmi per un miliardo di euro da realizzare in Europa occidentale con 8mila tagli in tutto e la chiusura di 500 filiali

Mustier ha già spesato 1,3 miliardi di costi straordinari per l’accordo sindacale nella prima trimestrale dell'anno che assieme ad altre voci straordinarie come l'anticipazione di extra-coperture per le rettifiche su crediti post-Covid e la perdita sulla cessione della turca Yapi Credi ha chiuso con una maxi-perdita nel da 2,7 miliardi, la peggiore degli ultimi tre anni.

IL DOSSIER ESUBERI DAL 2007/ Dal 2007 ad oggi gli esuberi gestiti con accordi sindacali sono stati oltre 22mila, mentre sono quasi 3mila i bancari usciti dal perimetro del gruppo per effetto delle cessioni e delle esternalizzazioni. Gli sportelli chiusi sono stati quasi 1.400. 

Secondo un documento riservato delle risorse umane del gruppo di Piazza Gae Aulenti di cui Affaritaliani.it ha preso visione, già 5.097 dipendenti (misurati in "full time equivalent") di UniCredit hanno manifestato la volontà di uscire dalla banca, il grosso, l'89% (4.309 lavoratori) facendo ricorso all'ammortizzatore sociale di settore, il Fondo di Solidarietà che accompagnerà il bancario all'età di pensionamento e un'altra parte rilevante, l'11% (538 unità), attraverso l'accesso al pensionamento diretto, facendo ricorso anche alle forme di flessibilità in uscita dal mercato del lavorp come Quota 100 e Opzione Donna

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Ad agosto di quest'anno 512 bancari cesseranno il loro rapporto di lavoro con UniCredit, mentre altri 942 faranno le valigie 942 bancari (1.454 al 31 dicembre 2020). La maggior parte delle cessazioni, invece, si verificherà fra il primo e il secondo semestre del 2021 (2.317 bancari). 867 saranno le fuoriuscite nel 2022 e 209 nel 2023. A fine piano, i rapporti di lavoro cessati saranno 4.847.

Completeranno il raggiungimento del target dei 5.200 esodi complessivi le cessazioni dei rapporti di lavoro post-prepensionamento (282 bancari in quella che il gruppo ha chiamato la Fase II) che avverranno fra gennaio e aprile 2028 ovvero al termine della permanenza massima di 7 anni nel Fondo di Solidarietà (dopo il prepensionamento nel 2021).

Durante l'investor day, Mustier non aveva fornito dettagli sulla localizzazione dei tagli, in primis quelli in Italia. Dal documento interno di UniCredit, emerge che il grosso delle uscite avverrà nella holding (4.535), seguita da UniCredit Services S.C.P.A. (202) e da UniCredit Leasing (58). 

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Dal punto di vista invece regionale, la maggior parte del contributo arriverà dalle filiali delle Regioni del Nord (2.800), in primis della Lombardia (791) contro le 941 uscite dalla rete del Centro Italia e i 1.107 esodi dagli sportelli del Sud, con un ruolo di primo piano della Sicilia (684). La Regione registra il numero di uscite più alto in valore assoluto, secondo solo alla Lombardia ed eredità della vecchia fusione con Capitalia del 2007.

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@andreadeugeni

 

 

 

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