Catalogna, assordante e imbarazzato silenzio dell'Unione europea
La Scozia si schiera al fianco di Barcellona
Bruxelles e' rimasta arroccata in un imbarazzato e assordante silenzio di fronte alle violenze della polizia spagnola per impedire il referendum catalano. Un silenzio "inaccettabile" per l'europarlamentare irlandese dello Sinn Fein Matt Carthy e per molti cittadini che hanno inondato di messaggi i social network. A far sentire la propria voce sono stati invece gli indipendentisti, con la premier scozzese Nicola Sturgeon, che ha invitato le autorita' di Madrid a lasciar votare liberamente; e i socialisti, con le nette parole di condanna delle violenze del numero uno del Labour Jeremy Corbyn. I leader delle istituzioni Ue, tutti della famiglia del Ppe - la stessa del Partido Popular del premier Mariano Rajoy - hanno evitato dichiarazioni ufficiali, nell'attesa di 'metabolizzare' la situazione, ma soprattutto cercando la linea, stretti tra un voto incostituzionale e un rispetto della Costituzione imposto con la violenza. Una questione rimandata comunque solo di poche ore, visto che domani si apre la plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.
A rompere gli indugi sono stati invece il leader dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo Gianni Pittella, e quello dei liberali dell'Alde Guy Verhofstadt. La guida del Ppe, Manfred Weber, ha preferito tacere, anche per vedere quale sara' la difesa di Rajoy, al quale Podemos chiede le dimissioni. Pittella, pur rimarcando il carattere di illegalita' del "non-referendum", ha definito quello di oggi un "giorno triste per la Spagna e per l'intera Europa", attaccando frontalmente Rajoy, accusato di "non aver fatto niente per evitare" le violenze. Pittella ha infatti giudicato "scandaloso che il governo conservatore non abbia aperto un dialogo prima, ignorando la voce di tanti catalani". Verhofstadt, dal canto suo, ha invitato ad "una soluzione negoziata nella quale siano coinvolte tutte le parti politiche, inclusa l'opposizione al Parlamento catalano". La prima ad insorgere davanti alle violenze - che alcuni osservatori hanno associato a immagini di memoria franchista - e' stata Sturgeon, che ha parlato di scene "alquanto scioccanti e sicuramente non necessarie". Anche il premier belga Charles Michel ha usato parole di condanna, chiedendo il dialogo tra le parti. A lui si e' associato lo sloveno Miro Cerar, che ha rivolto un appello a trovare "soluzioni pacifiche". "Le ferite sono profonde", ha osservato il ministro degli Esteri lituano Linas Linkevicius, ma ora "il dialogo con la propria gente e' un dovere per la Spagna".