Condannato a sei anni di carcere il terrorista-disabile. Rabbia sul web
E' stato condannato a sei anni di carcere Ji Zhongxing, l'uomo sulla sedia a rotelle che si era auto-immolato al terminal 3 dell'aeroporto di Pechino, il 20 luglio scorso, facendo esplodere un ordigno rudimentale. Lo ha stabilito il Tribunale del Popolo del distretto di Chaoyang, a Pechino. Ji, 34 anni, e' paralizzato dal 2005, dopo le percosse ricevute da alcuni membri della Chengguan, il corpo di para-polizia che svolge compiti di mantenimento dell'ordine urbano, mentre era al lavoro come autista di bike-taxi a Dongguan, centro della Cina sud-orientale. L'esplosione all'aeroporto, che gli e' costata l'amputazione della mano sinistra, non aveva provocato altri feriti, ma la vicenda aveva scosso l'opinione pubblica che su internet aveva solidarizzato con la sua causa.
Anche adesso la notizia della condanna ha scatenato un'ondata di rabbia e solidarieta' per la sua quasi decennale battaglia legale. Ji negli ultimi otto anni ha piu' volte tentato di ottenere giustizia e in un blog aveva raccontato la sua esperienza di postulante presso le autorita' centrali per sottoporre il proprio caso agli alti vertici politici cinesi, una pratica molto diffusa in Cina. Dopo il fatto del luglio scorso, l'ufficio per le petizioni di Dongguan ha emanato un comunicato in cui si affermava che nel 2010, come risarcimento per il danno subito, erano stati offerti a Ji e alla sua famiglia centomila yuan, circa 12.000 euro. Alcuni familiari hanno successivamente confermato di avere accettato l'offerta in cambio del silenzio sulla vicenda. I tentativi di ottenere giustizia da parte di Ji non si erano pero' interrotti, fino al gesto disperato del 20 luglio scorso. La condanna di oggi ha riacceso il dibattito tra gli internauti cinesi, che in diversi post sulla piattaforma di social network Weibo hanno protestato contro la decisione della corte e rinnovato il loro sostegno al trentaquattrenne. In base alla legge cinese, Ji ha dieci giorni di tempo per ricorrere in appello contro la sentenza.