
Se dovesse vincere il sì nel referendum sull'autodeterminazione previsto nel 2014, la Scozia ha intenzione di proclamare l'indipendenza nel marzo del 2016: lo ha annunciato la vicepremier scozzese, Nicola Sturgeon, in un discorso pubblico tenuto martedì. Ma che cosa succedesse se ci fosse questa dichiarazione unilaterale? In un arco di due mesi verrebbero organizzate delle elezioni politiche per eleggere un'Assemblea Costituente. Secondo gli ultimi sondaggi tuttavia, solo il 32% degli scozzesi voterebbe a favore dell'indipendenza, mentre un 47% si dice contraria.
Secondo uno studio dell'organizzazione Taxpayer Scotland, uno Stato scozzese indipendente potrebbe ritrovarsi con un debito di 270 miliardi di sterline (circa 300 miliardi di euro), pari a oltre il doppio del Pil annuale: anche considerando i 6,5 miliardi di euro provenienti dai ricavi petroliferi la Scozia spenderebbe attualmente circa 10 miliardi di euro più di quanto incassi. Conclusioni contestate dai nazionalisti, secondo i quali la Scozia sarebbe perfettamente in grado di sostenersi economicamente.
Da notare che da un punto di vista culturale e politico cambierebbe sostanzialmente poco: in base all'Act of Union del 1707 la Scozia ha sempre conservato i propri sistemi giuridici e di istruzione, nonché la religione presbiteriana; inoltre, come accade per altri Paesi del Commonwealth, il monarca britannico rimarrebbe comunque Capo dello Stato (e della Chiesa di Scozia).

Non è invece chiaro quale sarebbe lo status scozzese all'interno dell'Unione Europea, i cui Trattati non contemplano la possibilità di una secessione in seno ai Paesi membri. Venti indipendentisti si respirano anche in Spagna. Il portavoce del governo regionale catalano Francesc Homs ha rilanciato l'ipotesi di un referendum sull'autodeterminazione della Catalogna dalla Spagna con una valenza puramente politica, cioè non giuridicamente vincolante: in un'intervista alla radio di Barcellona 'Rac1', Homs ha anche ipotizzato che il referendum sia esteso ai maggiori di 16 anni, come avverrà in Scozia nel 2014.
In Gran Bretagna però il governo conservatore di David Cameron ha accettato - sia pure a malincuore - il principio che la consultazione abbia valore giuridico, e quindi la Scozia possa effettivamente diventare indipendente in caso di vittoria dei sì. Il governo centrale spagnolo, invece, guidato dalla destra del Partido popular (Pp) ha ripetuto più volte che cercherà di bloccare un referendum, che considera incostituzionale e dunque illegale, "con tutti i mezzi".
Anche per questo il governo regionale della Catalogna, guidato dal nazionalista di centro-destra Artur Mas, ritiene che "la consultazione non sarebbe giuridicamente vincolante: il carattere vincolante dal punto di vista politico è ascoltare la voce del popolo", ha detto Homs.