Dalle periferie del Burundi a regista. La storia di riscatto di Elie
Un grande sorriso e occhi pieni di speranza. Ha 22 anni, Elie, e nel 2013 è stato nominato miglior studente dell'anno. Oggi frequenta l'Università di Leadership a Bujumbura, in Burundi, ed è diventato un promettente video maker: il suo documentario sul ruolo dell'educazione in Burundi è stato protagonista dell'ultimo V Premio Internazionale Harambee "Comunicare l'Africa".
Elie è un ragazzo proveniente dai quartieri periferici di Bujumbura, i quartieri più poveri della capitale del Burundi. Nato in una famiglia molto numerosa, dove la madre era l'unica ad occuparsi del mantenimento dei figli, Elie è dovuto crescere in fretta assumendosi spesso responsabilità da adulto fin da bambino.
A 12 anni ha conosciuto AVSI e il sostegno a distanza e ha cominciato a frequentare il Centro MEO, uno spazio comune e protetto per bambini, mamme e orfani di guerra sostenuto dalla Fondazione d'Harcourt. Studiava nella classe ottava della scuola secondaria, ma con i problemi che c'erano nella sua famiglia, non aveva molte speranze di poter terminare gli studi.
Negli anni Elie ha frequentato con assiduità il Centro MEO e ha potuto incontrare nuovi amici, assistenti sociali e la responsabile del Centro che lo hanno accompagnato e fatto sbocciare le sue straordinarie qualità. Grazie alla sua forza d'animo e alla mano offerta per ben 10 anni dal suo sostenitore a distanza, Elie ha iniziato un percorso che lo ha portato fino all'università.
Elie racconterà personalmente la sua incredibile storia. A marzo sarà in Italia con un tour tra le città di Cesena, Bologna, Biella, Milano e in Svizzera a Lugano. Concluderà la sua visita a Ginevra nella sede delle Nazioni Unite come ospite all'inaugurazione della mostra Ensemble voluta da AVSI e la Fondazione d'Harcourt, che dal 4 al 21 marzo racconta, in 13 scatti e un video del fotografo americano Brett Morton, l'esperienza del centro MEO in Burundi dando un volto alla dignità della persona come essere unico e irripetibile.
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