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Esteri
Due pescherecci siciliani attaccati da miliziani libici
Foto d'archivio

Aggressione in mare contro due pescherecci, "Aliseo" e "Anna Madre", entrambi iscritti al Compartimento Marittimo di Mazara del Vallo, mentre si trovavano in acque internazionali antistanti la localita' tunisina di Zarzis, non distante dal confine con la Libia. Ieri all'imbrunire, sono stati presi di mira da un'imbarcazione con ogni probabilita' tunisina. Soltanto il contemporaneo intervento di un elicottero militare italiano e di un'unita' navale della Marina tunisina ha permesso di evitare il peggio facendo allontanare l'imbarcazione a quanto pare appartenente alle autorita' doganali tunisine, riferisce il presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu, Giovanni Tumbiolo: "Esprimo grande apprezzamento per l'azione sinergica ed operativa del ministero degli Affari esteri italiano e dell'Ambasciata italiana a Tunisi, della Marina militare italiana e della Marina militare tunisina. Tuttavia - ha aggiunto - registriamo indignazione e sgomento per quanto accaduto, un ulteriore episodio di una guerra del pesce che dura da oltre 50 anni e mette a repentaglio l'incolumita' dei nostri pescatori".

Libia, "bombardare le navi italiani". L'ordine del generale Khalifa Haftar

Il generale libico Khalifa Haftar, comandante dell'autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), ha dato ordine di colpire qualsiasi "nave che tenta di entrare nelle acque territoriali della Libia senza il permesso dell'esercito". Secondo quanto sottolineato dall'ufficio dei media dell'Lna sul profilo ufficiale di Facebook, "Haftar ha dato ordini alle basi navali di Tobruk, Bengasi e Ras Lanuf di colpire qualsiasi nave che tenti di entrare in acque territoriali libiche senza il permesso dell'esercito". Il messaggio non fa esplicito riferimento alla missione navale italiana a sostegno della Guardia costiera libica, tuttavia giunge poco dopo l'approvazione da parte del parlamento italiano della missione navale a sostegno della Guardia costiera libica.

Intanto la nave Comandante Borsini, gia' impiegata nell'ambito del dispositivo dell'operazione "Mare Sicuro", e' da poco entrata nelle acque territoriali libiche, dopo aver ricevuto le necessarie autorizzazioni, facendo rotta verso il porto della citta' di Tripoli, secondo quanto ha reso noto nel pomeriggio lo Stato maggiore della Difesa attraverso un comunicato. "A bordo - si legge - e' imbarcato il nucleo di ricognizione, costituito da ufficiali del Comando operativo di vertice interforze e della squadra navale, che ha ricevuto il compito di condurre, congiuntamente con i rappresentanti della Marina e della Guardia costiera libiche, le necessarie attivita' di ricognizione e di definire le ultime modalita' di dettaglio per quanto attiene alle misure di coordinamento delle successive attivita' di supporto e di sostegno, che avverranno su richiesta della controparte". Lo sviluppo avviene poco dopo l'approvazione da parte di Camera e Senato della missione navale italiana a sostegno della Guardia costiera libica.

La nave Comandante Borsini, varata nel 2001, e' la seconda delle quattro unita' che costituiscono la classe "Comandanti". Per le sue caratteristiche costituisce, operativamente, l'elemento mobile di superficie di un dispositivo aeronavale di sorveglianza di piccola/ampia dimensione avente compiti di natura diversa nell'ambito della difesa e salvaguardia del territorio. Il pattugliatore e' armato con un cannone Oto-Breda 76/62 Super Rapido e due mitragliere Oerlikon KBA 25/80 che garantiscono rapidita' e precisione nel tiro ravvicinato a protezione della nave. E' possibile, inoltre, imbarcare un elicottero modello AB212 o NH90 per il supporto ad operazioni di sorveglianza e di controllo del traffico mercantile.

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libia haftar navi italiane





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