Emanuela Palazzani, donne manager alla riscossa in Europa
Di Cinzia Boschiero
INTERVISTA a Emanuela Palazzani, eletta di recente, prima italiana, come new entry nel Board del Direttivo di WILEurope (Women in Leadership), già CEO & Strategic Planner di T-Immobil Srl
Domanda: l’Italia , secondo Lei, si sta mettendo a pari con gli altri Stati europei in termini di pari opportunità ?
Risposta: diciamo che con il Governo Renzi diverse donne hanno avuto ruoli importanti e si è aperta una breccia, ma molto rimane ancora da fare e credo che il ruolo internazionale ed europeo delle donne manager rialzerà il destino dell’Italia. Nel nostro Paese c’è stato un aumento importante della percentuale femminile nel management dopo l’entrata in vigore della legge 120/2011 finalizzata a promuovere l’equilibrio di genere. La presenza di donne risulta molto più alta (pari al 23,8%) negli organi di amministrazione e controllo delle società che hanno rinnovato gli organi dopo il 12 febbraio del 2013, obbligate quindi ad assegnare al genere meno rappresentato almeno il 20% delle cariche in sede di prima applicazione.
Domanda: cosa fa WilEurope?
Risposta: WilEurope punta a rafforzare network tra donne manager e lavoratrici di alto livello per progetti di cooperazione, di formazione, di aggiornamento. Inoltre conferisce borse di studio per giovani donne talents per aiutarle a crescere professionalmente con delle masterclass e stages in aziende. Offre alle socie anche seminari webinar gratuiti con enti di qualità come INSEAD e seminari con stakeholders.
Domanda: come si differenzia la vostra associazione dalle miriadi di altre associazioni al femminile?
Risposta: Le associazioni al femminile in Italia sono molte, ma noi realizziamo pochi progetti, ma concreti lavorativamente e professionalmente. Inoltre siamo riconosciute in sedi istituzionali di rilievo come punto di riferimento quali la Commissione Europea , la madrina e’ stata Vivianne Reading e il Parlamento Europeo
Domanda: serve un avanzamento culturale o funziona oggi la sinergia tra donne?
Risposta: in Italia serve un passo in più, non siamo ancora capaci di fare network tra associazioni in modo tale da essere una lobby credibile di riferimento per le scelte strategiche del Paese. WilEurope crede nella Leadership femminile per lo sviluppo economico e sociale.
Domanda: lei ha fatto parte anche di altre associazioni nazionali ed internazionali quali AIDDA e FCEM. Inoltre ha un curriculum professionale che l’ha portata ad essere prima donna relatrice alla IWC International Women Conference a Bangalore. Che gap c’è tra Italia e altri Stati?
Risposta: Il mio contributo nel direttivo WILEUROPE è focalizzato alla valorizzazione della managerialità italiana all’estero. Serve essere presenti in progetti europei ed internazionali, fare sentire la propria voce e dare spazio all’eccellenza italiana. Mi batterò perché il ruolo dell’Italia venga riconosciuto, e durante il semestre europeo italiano, come WILEUROPE ITALY, organizzeremo un importante evento di B2B per le imprese e per i liberi professionisti per rafforzare la cooperazione e il networking e puntare su innovazione e sviluppo. Programmi europei come COSME e HORIZON 2020 richiedono sforzi di compattezza da parte delle pmi e consulenza attiva e concreta che Wil Europe Network pioì fornire. C’è un gap profondo tra Italia e il mondo direi: le nostre piccole e medie imprese , condotte a livello familiare devono essere aiutate a decollare all’estero, devono essere sgravate dalle tasse o affonderanno. Molti bandi camerali o di altri enti anche ministeriali sono emanati in ritardo e con modulistica farraginosa, iter complessi . Questo non può e non deve più succedere, se vogliamo salvare il Sistema Paese.
Domanda: con Lei nel WILEurope Board ci sono per il periodo 2014-2017 personalità quali Paulina Dejmek-Hack, Deputy Head of Cabinet of Michel Barnier, Directorate General Internal Market and Services; Deb Leary O.B.E., CEO Forensic Pathways; Sonia Trocmé-Le Page, Co-Founder and partner, Global Private Equity e altre donne in posizioni apicali di diversi Stati europei. Vi siete confrontate su come mai l’Italia faccia fatica ad ottenere i fondi comunitari?
Risposta: certo , in Spagna ad esempio lo stato ha dato consulenti gratuiti alle imprese per aiutarle a partecipare a bandi europei e hanno funzionari statali che conoscono diverse lingue. In Italia la parteciapzione ai bandi e’ costosa , perche’ la complessita’ burocratica richiede l’assistenza di professionisti specializzazti.
Domanda: per il Made In il Parlamento europeo ha deciso di tutelare meglio le imprese, cosa ne pensa?
Risposta: sono assolutamente favorevole a condizione che si riconosca il valore della filiera made in.
Domanda: come WilEurope credete nel ruolo della ricerca?
Risposta: la ricerca e l’innovazione sono la chiave di volta per uno Stato. La Germania e altri paesi hanno fatto politiche di austerity ma non hanno tagliato i fondi per la ricerca perché sono strategici. Ci auguriamo che l’attenzione del nuovo governo al tema si traduca in riforme efficaci e rapide.