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Esteri
Immigrazione, Trump firma il nuovo ordine esecutivo

Il presidente Usa, Donald Trump, ha firmato un nuovo ordine esecutivo sull'immigrazione. Dopo le bocciature in tribunale, il capo della Casa Bianca ha preferito evitare di rivolgersi alla Corte suprema, scegliendo di riscrivere il provvedimento, che esclude l'Iraq. Gli altri sei Paesi musulmani - Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria, Yemen - elencati nel primo bando figurano, invece, anche nel secondo. Nel nuovo bando, inoltre, viene specificato che i detentori di visti e carta verde saranno protetti e potranno viaggiare negli Usa.

Ulteriore novità è che la sospensione per 120 giorni si applica a tutti i rifugiati, senza sottoporre solo quelli siriani a un divieto a tempo indeterminato. È stato poi fissato a 50.000 il numero massimo di rifugiati da accogliere annualmente.

In vigore dal 16 marzo. Il nuovo divieto sugli ingressi negli Stati Uniti da alcuni Paesi a maggioranza musulmana entrerà in vigore il 16 marzo. "L'Iraq non sarà più sulla lista", aveva anticipato Kellyyanne Conway, una delle più strette collaboratrici del presidente americano, mentre i rifugiati siriani "saranno trattati allo stesso modo di tutti i rifugiati" e "verrà chiarito meglio...se si hanno documenti di viaggio, se si ha un visto, se si è un residente permanente, se non si è messo al bando sulla base di un particolare ordine esecutivo".

La prima versione. La versione originaria del divieto, che aveva scatenato un'ondata di polemiche e proteste ed era stato fermato in tribunale, prevedeva di sospendere per quattro mesi l'ingresso negli Stati Uniti dei rifugiati (a tempo indeterminato quello dei siriani) e per tre mesi quello dei cittadini di sette nazioni prevalentemente musulmane, ovvero Iraq, Iran, Siria, Sudan, Yemen, Somalia e Libia. Trump aveva rinunciato a fare ricorso alla Corte suprema sullo stop al primo ordine esecutivo e ha invece preferito riscriverlo.

Stando al dipartimento di Stato, la versione originaria del 'travel ban' coinvolgeva quasi 60.000 persone che avevano un visto e non chiariva la sorte dei detentori di carta verde. Il nuovo provvedimento non fa riferimento a un'esenzione esplicita per le minoranze religiose che vivono nei Paesi colpiti dal divieto, cosa che era vista come un favore ai cristiani e una discriminazione contro i musulmani.

Soddisfazione dall'Iraq. "Grande soddisfazione" arriva dal ministero degli Esteri di Bagdad. In una nota il portavoce del ministero, Ahmad Jamal, afferma che si tratta di "un passo importante nella giusta direzione che rafforza l'alleanza strategica tra Bagdad e Washington in molti settori e soprattutto nella lotta al terrorismo". "L'Iraq è un importante alleato degli Stati Uniti nella guerra contro l'Isis", ha commentato il segretario di stato, Rex Tillerson.

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presidente usa immigrazione





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