Gb, i deputati laburisti sfiduciano Corbyn
Lui non molla. Sinistra inglese nel caos
I parlamentari laburisti hanno approvato la mozione di sfiducia nei confronti del loro leader, Jeremy Corbyn, con 172 voti a 40,quattro gli astenuti. Questo significa che l'81 per cento dei deputati del labour si è espresso contro la fiducia.
A riportare per prima la notizia è stata l'emittente britannica Skynews, subito confermata via Twitter dal giornalista del Sunday Times James Lyons che ha specificato che i voti sono stati 176 a 44.
Il voto non è vincolante e l'allontanamento di Corbyn deve essere ancora approvato dai membri del partito. Il leader laburista ha emesso un comunicato in cui rifiuta di dimettersi e sostiene che il voto di sfiducia "non ha alcuna legittimità costituzionale".
"Sono il leader del nostro partito eletto democraticamente per un nuovo modo di fare politica con il 60% dei voti dei membri del labour e dei sostenitori e non li tradirò dimettendomi".
Secondo Sky News, ora si devono incontrare Tom Watson, vice leader, e Angela Eagle, che si è dimessa dall'incarico di ministro ombra per le Attività produttive in aperto contrasto con Corbyn, per discutere chi dei due dovrà lanciare la sfida alla leadership. In teoria Corbyn potrebbe anche ignorare il voto e andare avanti ma la sua posizione sta diventando sempre più difficile da difendere nonostante possa contare sul sostegno della base.
In questi giorni di scosse di assestamento è stata rinviata anche la data in cui il Regno Unito nominerà il successore del premier David Cameron, posticipata al 9 settembre, una settimana dopo quella prevista inizialmente. Lo ha annunciato il partito conservatore in una nota: "Per garantire che ci sia piena partecipazione dei membri, il board del partito raccomanda che la data della dichiarazione del leader sia il 9 settembre 2016". Le nomination per la leadership dovranno essere presentate entro giovedì.
Lunedì il comitato per l'elezione della leadership del partito conservatore aveva raccomandato che "il processo per l'elezione di un nuovo leader del partito cominci la prossima settimana per concludersi non più tardi del 2 settembre", aveva spiegato il responsabile del comitato, Graham Brady.
Le nomination per la leadership dei Tories dovranno quindi essere presentate entro giovedì. In gara oltre al favorito Boris Johnson, portavoce della campagna vincente al referendum, potrebbe esserci Theresa May, attuale ministro degli Interni, schierata in campo opposto nella campagna referendaria e possibile volto della fazione "stop Boris". In una mail ai deputati Tory è già arrivata la candidatura ufficiale di Stephen Crabb, attuale segretario per il Lavoro e le Pensioni, anche lui schierato per il remain al referendum.
Ma l'ex sindaco di Londra non è intenzionato a convocare un voto politico anticipato nel Paese, a dispetto delle aspettative, se fosse eletto leader del Partito Conservatore al posto del dimissionario David Cameron. Lo ha detto una fonte a lui vicina alla Bbc, precisando che secondo Johnson la vittoria referendaria gli garantisce già un mandato popolare.