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Esteri
Qatargate, Kaili: "I soldi in quella stanza al piano di sopra. Ero nel panico"

Qatargate, Eva Kaili: "Non ho voluto mentire e l'ho pagata"

Lo scandalo del Qatargate che ha coinvolto parlamentari di spicco del Parlamento Ue non è finito, continuano a spuntare presunti legami e nuovi indizi. Intanto torna a parlare Eva Kaili, la compagna di Francesco Giorgi ed ex vicepresidente del Parlamento Ue. "È triste vedere come non venga rispettata la presunzione di innocenza. Mi dispiace - racconta Kaili al Corriere della Sera - che nessuno degli eurodeputati mi abbia cercato per ascoltare la mia versione". Sul suo periodo in cella e a casa con il braccialetto elettronico ha un'opinione netta: "Dichiarandomi colpevole o facendo nomi importanti sarei tornata subito da mia figlia, ma dato che avrei dovuto mentire, non ho mai nemmeno pensato che potesse essere un'opzione". Secondo Kaili, si tratta della stessa situazione in cui si è trovato l’eurodeputato Antonio Panzeri, dichiarando che proprio a Kaili sarebbero stati destinati 250mila euro delle presunte mazzette.

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"Penso - prosegue Kaili al Corriere - che il pentimento e le confessioni di Panzeri siano state ottenute sotto minaccia. Il messaggio era chiaro: se fai i nomi, ti offriamo un accordo e liberiamo tua moglie e tua figlia dalla prigione. Quando Francesco (Giorgi, il suo compagno, collaboratore di Panzeri, ndr) è stato arrestato e gli hanno sequestrato l’auto, ho pensato ad un incidente stradale. Poi mi hanno mandato la notizia che anche Panzeri era stato arrestato. Sono andata in panico. Sapevo che nel suo ufficio che è nella stanza di sopra, dove non vado mai, c’era una valigia di Panzeri e ho trovato un sacco di soldi. Non riuscivo a capire cosa fosse successo, ma volevo allontanare da casa quel denaro per ridarlo a Panzeri, colui che credevo ne fosse il proprietario. Non ho pensato minimamente di avvalermi della mia immunità parlamentare, e questo dimostra che non sapevo assolutamente ciò che quel denaro rappresentava realmente".

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